1. La tendenza critico-demistificatrice del pensiero di Nietzsche.
Il pensiero di Nietzsche risulta caratterizzato da una radicale messa in discussione della civiltà e della filosofia dell’Occidente, che si traduce in una distruzione programmatica delle certezze del passato. Quest’opera di demolizione polemica del passato non si risolve in un semplice rifiuto delle teorie e dei comportamenti tradizionali, in quanto mette capo alla delineazione di un nuovo tipo di umanità: «il superuomo» o «l’oltreuomo». Però il suo compito costruttivo non è stato tuttavia eseguito oppure è stato male inteso: ha dovuto, infatti, subire tutta una serie di interpretazioni che non gli hanno reso giustizia. L’opera di Nietzsche viene convenzionalmente suddivisa in alcune fasi, che non vanno intese alla stregua di scansioni rigide, ma come tappe transitorie di un pensiero in divenire, che riunisce, in se stesso, rottura e continuità:
a. Gli scritti giovanili del periodo wagneriano-schopenhaueriano (1872-1876).
b. Gli scritti intermedi del periodo «illuministico» o «genealogico» (1878-1882).
c. Gli scritti del meriggio o di «Zarathustra» (1883-1885).
d. Gli scritti del tramonto o degli ultimi anni (1886-1889).
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