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Panoramica della Riflessione Pedagogica dal Novecento ai giorni nostri.

 

PANORAMICA DELLA RIFLESSIONE PEDAGOGICA DAL NOVECENTO AI GIORNI NOSTRI

L’esperienza delle “Scuole Nuove” e la teorizzazione dell’attivismo

LE SCUOLE NUOVE E L’EDUCAZIONE ATTIVA DEL ‘900:

Il carattere comune di queste scuole risiede nel richiamo all’attività del fanciullo. Il fanciullo è spontaneamente attivo e per questo necessita di essere liberato dai vincoli dell’educazione familiare e scolastica, il che gli permette di manifestare liberamente le sue inclinazioni primarie. Su questa base anche la vita stessa della scuola deve mutare completamente, prevedendo attività non esclusivamente intellettuali, ma soprattutto di intervento e di modificazione delle cose a diretto contatto con l’ambiente naturale, rispettando così la natura globale del fanciullo, che non tende mai a separare conoscenza e azione. Però, accanto al movimento operativo delle scuole nuove si sviluppa, in stretta correlazione dialettica con esso ed in una prospettiva di costituzione di un progetto unitario dell’educazione attiva, un’intensa varietà di iniziative di teorizzazione pedagogica, al fine di reperire i fondamenti scientifici e gli obiettivi educativi di base, in opposizione alla scuola ed alla pedagogia tradizionali, incapaci di comprendere non solo la natura attiva del bambino, ma anche la natura dell’insegnamento come complementare all’esperienza dell’allievo e non ad esso contrapposta. La pedagogia attivistica pone al centro della propria ricerca teorica e del proprio agire educativo il puerocentrismo, con l’attivo protagonismo del fanciullo, collegato ad una concezione pratica e motivazionalmente orientata dell’apprendimento, mediante la centralità affidata al gioco ed al lavoro nella stimolazione dell’interesse e dei bisogni emotivi, pratici e cognitivi dei bambini che apprendono operando direttamente. 

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I luoghi dell’educazione nell’antica Grecia

L’EDUCAZIONE NELL’ANTICA GRECIA

La Grecia è la culla della nostra stessa civiltà, vi è sorto il pensiero filosofico con le strutture che caratterizzano ancora il nostro sapere e nelle quali ci identifichiamo. I greci per primi hanno formulato un concetto dell’uomo ideale come incontro tra prestanza fisica e bellezza spirituale (calocagatia): ideale armonico al quale si sono ispirate la poesia, le opere di storia e soprattutto la politica e l’educazione. Per ricostruire la storia della pratica educativa e della psicologia nell’Occidente, dobbiamo risalire alle sue origini che sono fondamentalmente greche, con particolare riferimento al metodo spartano ed al metodo ateniese. Nello specifico l’educazione ateniese espresse le caratteristiche distintive dell’educazione classica, che di fatto si rivolse a formare soprattutto le qualità fisiche, morali e intellettuali dell’uomo (educazione umanistica). Purtroppo l’educazione ateniese ha avuto il difetto di essere riservata  a una classe privilegiata e di trascurare i valori dell’infanzia, non adeguando i suoi metodi alle esigenze dell’età dei soggetti più fragili.

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L’importanza dell’educazione per Karl Marx

Contributo di Erika Piccirillo – Classe 5 A

Marx attribuisce all’educazione un compito fondamentale all’interno della società socialista: quello di far uscire l’uomo dallo stato di alienazione e quindi di totale abbrutimento, a cui è stato disumanamente costretto (ridotto purtroppo ad essere un’appendice della macchina motore del vero lavoro). L’educazione, secondo il pensiero di Marx, si basa su tre cardini:
1) la formazione intellettuale di ogni essere umano;
2) l’educazione fisica;
3) l’educazione politecnica
Quest’ultima si basa sulla preparazione teorica dei fondamentali principi scientifici e sull’insegnamento dell’uso dei necessari strumenti tecnici. Tutto ciò per formare un “uomo nuovo”, capace di saper gestire con padronanza ed autonomia il proprio lavoro.

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