Cordoglio per Melissa Bassi e per le vittime dell’attentato alla scuola di Brindisi.

Cari colleghi e cari studenti, che dire! Riconosciamo che, dopo la toccante cerimonia di ieri in ricordo di Falcone e di Borsellino svoltasi insieme all’Associazione Libera nel nostro Liceo “Carducci” di Pisa, non abbiamo parole per esprimere la nostra incredulità e forte indignazione per quanto è tragicamente accaduto questa mattina a Brindisi di fronte all’Istituto “Francesca Morvillo Falcone”! Siamo intensamente addolorati e ci sentiamo impietriti! Però in noi forte è il bisogno di esternare l’immenso dispiacere e la viva indignazione per la giovane Melissa Bassi e per le altre vittime colpite dall’inaudito e feroce attentato di Brindisi.

Non è immaginabile che si giungesse a colpire gli studenti! Quanto è accaduto questa mattina ferisce tutti noi e ci lascia completamente smarriti e scoraggiati!

Un fatto è certo: la mafia non potrà ucciderela Culturanè distruggerela Scuola… e, se la scuola riesce a mantenersi salda nel suo impegno, siffatta determinazione è l’importante ammonimento che essa può dare in risposta al tragico attentato di questa mattina, sostenendo le speranze ed un futuro migliore per i nostri giovani, che aspirano alla realizzazione non solo di grandi ma anche di piccoli desideri!

Non sappiamo se la strage che si è consumata questa mattina sia tipicamente mafiosa, ma è certo che da Portella della Ginestra a Capaci, a via d’Amelio ed a via dei Georgofili, ogni volta che la gente cerca di alzare la testa e protestare, partono le bombe. Questa malvagità è una vera vigliaccheria che ferisce il cuore di tante famiglie e dei loro figli.

La strategia della tensione, come la criminalità organizzata, non è la patologia della politica italiana, ma ne è comunque la fisiologia. Oggi sotto ai nostri occhi si è compiuto non tanto un salto all’indietro, quanto un preoccupante passaggio lineare, tradizionale, di una “continuità nera”, nella quale si usa sistematicamente il terrorismo per generare disorientamento, paura e dolore. La chiamano criminalità organizzata, ma è la prima volta nella storia che dei criminali colpiscono la “scuola pubblica”, che è il simbolo dell’integrazione, dell’inclusione e del progresso umano!

Nel nostro Paese siamo reduci da lunghi anni nei quali la scuola pubblica è stata senza mezzi termini, incessantemente  e metodicamente screditata, soffocata e frenata da dure critiche, che le hanno reso ogni giorno più difficile compiere la propria fondamentale missione di educare alla legalità, consentendo di acquisire da un’effettiva “officina di democrazia” le basi della convivenza democratica.

Adesso però qualcuno passa alle bombe ed in questa atmosfera di tensione culturale non sembra un caso la scelta dell’obiettivo. Melissa Bassi, la giovane studentessa assassinata, era rappresentante degli studenti in una scuola impegnata nell’educazione per la legalità. Melissa si formava, come gli studenti del nostro Liceo, per coltivare la cultura e lo spirito che animano la legalità in tutte le sue manifestazioni e per crescere nella democrazia. Chi l’ha massacrata ha inteso trafiggerela Democrazia, rappresentata dalla scuola pubblica.

Come scriveva Arthur Schopenhauer: “con poco sapere, ma di buona qualità, si produce di più che con moltissimo sapere di cattiva qualità.”

E’ per questo che contro la sterile erudizione, oggi la scuola pubblica è tenuta ad educare alla cittadinanza attiva, producendo quel “sapere di buona qualità” che fa paura ai maldisposti verso la democrazia.

E’ la forza degli insegnanti e degli studenti nel loro quotidiano operare, è la forza chela Culturaimprime nei giovani, che rappresenta una minaccia da abbattere per i nemici della democrazia, che qualcuno dunque vuole spengere, perché questa forza, creando coscienza civile, libertà, democrazia, preoccupa e come tale dev’essere devitalizzata. Essa viene così bloccata mediante la paura, inoculando sgomento e terrore.

Vorremmo esprimere, a chi crede nella convivenza democratica, a chi si affida ai principi della Costituzione e che ogni giorno si impegna per fortificare la legalità, che è fondamentale il dovere di difendere la scuola pubblica, perché essa in realtà è il cuore pulsante della nostra democrazia!

Antonino Caponnetto fu molto esplicito al riguardo, dicendo che “la mafia ha più paura della scuola che dei giudici, perchè essa regna e prospera sull’ignoranza della gente e sui bisogni delle famiglie.”

Siamo convinti che chi ferisce la scuola colpisce il futuro del nostro Paese, aumentando l’insicurezza e la subordinazione dei giovani all’ignoranza ed ai bisogni fondamentali, anziché sviluppare le loro effettive capacità e la loro progettualità.

Crediamo che sia per questa ragione che la nuova strategia della tensione abbia scelto di colpire la scuola pubblica come simbolo per ostacolare quel necessario cambiamento, ora più che mai urgente, nel presente momento di grandi incertezze e di profonda crisi del Paese.

Gli studenti insieme agli insegnanti non devono farsi prendere dallo sgomento di fronte ad un crimine così inaudito e brutale, ma esprimere il loro partecipato cordoglio per le vittime dell’attentato di Brindisi, raccogliendo le loro più sane energie per combattere ogni forma di violenza, adoperandosi per sostenere nella scuola quella coesione e solidarietà sociale, che isoli e condanni gli autori di un attentato così crudele e feroce.

Non possiamo assistere ad episodi tanto strazianti e talmente poco comprensibili, continuando a raccontarci che il nostro è un Paese all’avanguardia per sensibilità e per civismo. Però non dobbiamo nemmeno farci dominare dalla rabbia ed abbandonarci allo sconforto, ma continuare a testimoniare, come abbiamo fatto in tutti questi anni (anzi ora in modo ancora più deciso e convinto), la nostra idea di giustizia, di democrazia e quindi di legalità, dimostrando con coraggio che si può e che si deve proseguire la battaglia contro ogni forma di criminalità organizzata in ogni sua configurazione, a partire da quella del folle e spietato terrorismo.

Prof. Alfio Profeti                                                         Prof.ssa Elena Profeti

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