I concetti fondamentali di Kurt Lewin – Prof. Alfio Profeti –

I concetti fondamentali di Kurt Lewin

  1.    Kurt Lewin: Una introduzione

Kurt Zadek Lewin e’ uno Psicologo tedesco.

E’ stato tra i primi ricercatori a studiare le dinamiche dei gruppi e lo sviluppo delle organizzazioni, ed e’ sostenitore della psicologia della gestalt.

E’ considerato uno dei padri della psicologia sociale.

Il 9 Settembre del 1890 nasce a Mogilno in Polonia, da famiglia ebrea.

Nel 1910 la famiglia si trasferisce a Berlino.

Lewin frequenta il Ginnasio, si iscrive a medicina salvo poi abbandonarla dopo un anno per studiare a Berlino all’Istituto di psicologia diretto da Stumpf attraverso il quale entra in contatto con la filosofia di Franz Bertano.

Già in questi primi anni di studio si occupa in maniera attiva dei problemi sociali, creando corsi per lavoratori e scrivendo articoli sull’organizzazione del lavoro.

Nel 1926 diviene professore di psicologia e filosofia all’Università di Berlino ed entra in stretto contatto con Kohler e Wertheimer.

Forma così un gruppo di ricercatori per sperimentare empiricamente le sue teorie.

Dal rapporto di amicizia che contraddistingue il gruppo nascela Quasselstrippe, un club dove si discute liberamente.

Alla fine degli anni 20 Lewin diviene noto tra gli Psicologi americani e sono tradotti in inglese e pubblicati molti suoi scritti.

Nel1933, acausa del nazismo, Lewin emigra negli USA, accolto dalla Cornell University e dall’Università dello Stato dello Iowa dove si trasferisce.

Le sue ricerche in psicologia del lavoro continuano e diviene consulente della fabbrica Harwood Manifacturing Corporation.

Nel 1944 fonda e dirige il Centro di ricerca per la dinamica di gruppo al Massachusetts Institute of Technology (MIT) e collabora con il Tavistock Institute of Human Relations di Londra.

Il MIT diviene dopo la morte di Lewin nel 1947 la più importante istituzione statunitense di ricerca sociale e psicologica applicata.

Nel 1947, dai due istituti (MIT e Tavistock Institute), nasce la rivista “Human Relations”.

Insieme a colleghi quali Alex Bavelas, Tamara Dembo, Leon Festinger, Ronald Lippitt, Leslie White, continua la ricerca e la consulenza presso istituzioni private e pubbliche.

Il 12 Febbraio 1947 muore a Newtonville.

 2.    Kurt Lewin: La teoria del campo

La teoria di campo di Lewin spiega il comportamento in relazione alla situazione in cui lo stesso si verifica.

I motivi del comportamento di una persona non si ricercano in ciò che e’ accaduto alla stessa nel corso della sua vita passata, ma si prendono in esame le interrelazioni attuali tra la persona e l’ambiente.

Lewin utilizza per descrivere queste interrelazioni delle metafore di tipo spaziale (psicologia topologica), in quanto misurare solo in cifre le situazioni umane risulta estremamente complesso.

Secondo Lewin ogni oggetto (materiale e non), ha una sua valenza, positiva o negativa.

Queste valenze sono forze psicologiche che ci spingono in una direzione piuttosto che in un’altra.

Ci avviciniamo così alle forze positive e tendiamo ad allontanarci da quelle negative.

L’ambiente, avendo anch’esso una valenza, può determinare il comportamento della persona che in quell’ambiente (spazio vitale o campo psicologico o ambiente psichico), si relaziona.

L’interazione tra la persona e l’ambiente determina quindi il comportamento ed il comportamento a sua volta agisce nella loro costruzione.

Comportamento =>> e’ in funzione della persona e dell’ambiente

Comportamento =>> in funzione quindi del campo psicologico

Esiste un equilibrio tra la persona ed il suo ambiente e quando l’equilibrio e’ compromesso si crea una tensione volta a ristabilire l’equilibrio stesso.

Il campo psicologico presenta un insieme di fatti interdipendenti (passati, presenti e futuri), che coesistono, e che possono influire sulla persona, e sono:

1) lo spazio di vita (dato dalla rappresentazione psicologica soggettiva che la persona ha dell’ambiente)

2) i fatti sociali e/o ambientali (ciò che accade oggettivamente senza che ciò influenzi in quel momento lo spazio di vita della persona)

3) la zona di frontiera (dove lo spazio di vita ed il mondo esterno si incontrano, rappresenta quindi il confine tra oggettività e soggettività)

Il campo può avere molti gradi di differenziazione, a seconda delle esperienze che la persona ha vissuto e, per mostrarle, Lewin rappresenta il campo come diviso in regioni delimitate da frontiere, ma comunicanti e dipendenti tra loro.

 3.    Kurt Lewin: Le dinamiche di gruppo

Abbiamo visto che il “campo psicologico” è determinato dall’individuo e dal suo ambiente.

Ora vediamo come il “campo sociale” sia formato invece dal gruppo e dal suo ambiente.

Questi i concetti principali:

Lewin vede il gruppo come un solo fenomeno, non come l’insieme di più fenomeni, una unità unica quindi, una totalità.

Il gruppo e’ una struttura in continuo divenire, complessa in quanto entrano in gioco più relazioni, ruoli, canali di comunicazione, esercizi di potere.

Non e’ quindi una realtà statica ma dinamica e racchiude in se conflitti, forze e tensioni che producono mutamenti.

Nel gruppo l’azione di ogni persona modifica sia le altre persone che il gruppo stesso, ed anche la sua azione (cioè, del gruppo), viene modificata sia dalle azioni che dalle reazioni degli altri (situazione di interdipendenza). Questo comporta cambiamenti e riequilibri.

Nonostante il gruppo sia dinamico, tenderà sempre all’equilibrio, attraverso l’assestamento tra forze che tendono all’unione e forze che tendono alla disgregazione.

Ma cos’e’ un gruppo sociale per Lewin?

Un gruppo sociale e’ formato da persone che regolarmente interagiscono.

Il fatto che le interazioni siano costanti fa in modo che i partecipanti si sentano uniti ed abbiano un’identità sociale.

Diversi sono gli aggregati, individui cioè senza particolari legami tra di loro, che si trovano al contempo nello stesso ambiente.

Lewin parla di categoria sociale invece, in riferimento a persone catalogate come facenti parte della stessa categoria sulla base di elementi comuni, ma questi non si conoscono necessariamente, non interagiscono tra loro e non si trovano nello stesso luogo.

 4.    Kurt Lewin: T-group

I T-group nascono nel 1946 quando Lewin osserva che dare informazioni (feed-back) ai partecipanti di un gruppo sul loro modo di interagire e sui loro atteggiamenti, fa in modo che l’apprendimento sia più efficace in quanto non solo cognitivo ma anche emotivo.

Ma cosa significa T-group?

La parola T-group, e’ l’abbreviazione di sensitive training group che significa gruppo di addestramento alla sensibilità.

Può essere definita una situazione di apprendimento in cui gli individui che vi partecipano acquistano sensibilità ai fenomeni del gruppo, ed affinano la percezione che hanno di se e degli altri.

Nel momento in cui si vive l’esperienza, si riflette sull’esperienza stessa (concetto di riflessività).

Secondo Lewin infatti, ogni persona ha bisogno del gruppo per definire la propria identità, per esprimere se stessa ed i suoi molteplici aspetti.

Nei T-group i partecipanti si immergono nella situazione, e ciò che avviene nel gruppo lo vivono ed analizzano in maniera simultanea, nel qui ed ora. Il conduttore (spesso formato da non più di una decina di persone disposte a cerchio), introduce l’esperienza e dichiara gli obiettivi, i ruoli, i tempi, e la metodologia e lascia che dal nulla nascano le interazioni diventando anch’esso parte del gruppo.

A cosa servono i T-group?

I t-group sono utili a stimolare i processi di cambiamento, sia personali che sociali oppure organizzativi.

Chiunque voglia migliorare le proprie relazioni interpersonali, le proprie capacità, aver maggiore consapevolezza in merito a se stessi ed al proprio comportamento, al proprio modo di apprendere, chi voglia capire le proprie motivazioni ed i propri bisogni, può trarne beneficio.

Si sono rivelati molto utili anche negli ambienti lavorativi dove l’organizzazione ha un ruolo rilevante.

 5.    Kurt Lewin: La ricerca azione

Il termine action research (ricerca/azione o ricerca/intervento) coniato da Kurt Lewin, si riferisce ad un modello di ricerca che collega la ricerca stessa al cambiamento e miglioramento dei sistemi sociali con i quali viene in contatto.

Nel momento stesso in cui si conosce la realtà, si opera per modificarla.

Lo scienziato quindi, diviene oltre che ricercatore anche agente di cambiamento e la ricerca stessa oltre ad avere carattere conoscitivo promuove l’azione sociale.

Come disse Lewin “se producesse solo dei libri, non sarebbe soddisfacente”.

La ricerca azione studia in che modo avviene il cambiamento ed in quale misura, quali sono i fattori che possono ostacolarlo, quali interventi adottare nel caso il cambiamento non avvenga, quali sono gli effetti dell’intervento nel breve e lungo termine. Essa prevede:

– Stesura ipotesi ed obiettivi;

– Attuare le strategie per auspicare il cambiamento;

– Verificare gli effetti dell’intervento;

– Aggiustare e riformulare le ipotesi e gli obiettivi.

La ricerca azione si e’ rivelata un metodo estremamente efficace in quanto e’ una procedura flessibile e prevede la verifica in ogni sua fase. Ciò permette di aggiustare in itinere il disegno di ricerca sulla base dei nuovi elementi emersi e produce effetti nel momento stesso in cui la si attua.

Quali sono le caratteristiche della ricerca azione?

La ricerca azione viene progettata per modificare il campo di indagine nel momento stesso in cui lo si studia.

La ricerca non si limiterà ad indagare per sapere ma sarà volta all’azione concentrandosi sulla risoluzione del problema.

Da un lato quindi spiegazione dei fatti, dall’altro progettazione dell’intervento.

Tra i ricercatori e gli operatori c’e’ un rapporto di parità e confronto e collaborano nel definire i problemi oggetto di indagine, così come collaborano nello svolgimento ed impostazione della ricerca.

Anche i destinatari dell’intervento sono quindi coinvolti direttamente.

Il contesto educativo (con le sue dinamiche sociali ed ambientali) viene considerato in maniera attenta, essendo una variabile facente parte dello svolgimento della ricerca.

Dinamiche di gruppo e forze sociali vengono quindi esaminate per fare in modo che non siano di impedimento ma di aiuto alla ricerca.

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