Karl Popper – La Teoria della Democrazia

L’ideologia democratica nel contesto filosofico

Karl Popper: Lo storicismo come causa dei Totalitarismi.

Il concetto di storicismo, nell’uso popperiano, assume il significato di uno schema polemico di natura tipico-ideale, per alludere a tutte quelle filosofie che hanno preteso di individuare un senso globale oggettivo della storia, ovvero una sorta di destino a cui ogni individuo si dovrebbe adeguare e uniformarsi, accettando con le buone o con le cattive la direzione di marcia della società.

Per questo motivo Popper critica fortemente la filosofia di Marx, che a parer suo, conferisce una visione della storia utopistica e definitiva basata su una dialettica individuata nello scontro delle classi; la critica allo storicismo si muove anche verso Hegel da cui Marx ha chiaramente attinto.

Tutte queste filosofie, compresa quella positivista di Comte, cercano di dare una visione della storia definitiva, formata da una sola via percorribile e costituita da un unico grande destino che ogni uomo deve seguire.

Per Popper, non è la storia che fa l’uomo, ma è l’uomo che fa la storia;la Storia, intesa anche come Heidegger, è la conseguenza delle scelte dell’uomo, è l’uomo che costruiscela Storia, e nel momento in cui sceglie una direzione da questa scelta scaturiranno infinite possibilità e conseguenze che lo stesso uomo non può prevedere, per cui la visione determinata storica è piuttosto errata.

Ma non solo, Popper fa rientrare lo storicismo nell’ottica politica del regime totalitario, in quanto ogni regime si basa su una ideologia utopista che contiene per essenza uno storicismo che per base ha una visione della storia determinata e univoca. Una visione utopistica delle realtà distorta dal filtro delle ideologie; ogni ideologia si espande continuamente prendendo in sé qualsiasi cosa e inevitabilmente si scontrerà con un’altra ideologia che ugualmente tende ad espandersi, ciò scaturirà in un conflitto fin quando una delle due ideologie sarà distrutta (dialettica delle ideologie, vd. pag. 2). Quindi ogni ideologia e storicismo ha nella propria essenza una violenza dovuta allo scontro tra il reale ed un’altra ideologia; tutto questo nel contesto reale sfocia nel fanatismo ed estremismo politico tipico dei regimi totalitari, che per giungere alla visione storica implicata nella propria ideologia, accettano anche l’uso della violenza.

 

La Teoria della Democrazia

Secondo Popper c’è un continuo contrasto tra la società (società chiusa) organizzata secondo delle rigide leggi e la società (società aperta) basata sulla libertà individuale, aperta al confronto, alla critica e alle riforme.

Per società chiusa, Popper intende la società tribale, che interpreta se stessa come naturale, sacra e immutabile, ed è collettivista, gerarchica, organica, fondata sulle relazioni faccia a faccia. In essa gli individui non godono di nessuna libertà, ma ciascuno conosce concretamente la propria posizione e i propri doveri.

La società aperta, di contro, è consapevole di essere una costruzione culturale soggetta al cambiamento, ed ospita relazioni astratte ed individualistiche.

La società chiusa è l’essenza stessa della stasis, la società aperta del dinamismo e divenire continuo.

Popper afferma che << “Democrazia” significa letteralmente “governo del popolo” ma il significato letterale del termine aiuta poco perché, in realtà, il popolo non governa da nessuna parte. In tutto il mondo governano i governi e il massimo che il popolo può chiedere, e di fatto chiede, è che i governi governino nel modo migliore possibile >>.

La situazione si incentra infatti sul governo.

Secondo Popper esistono due tipi di Stato, quello in cui il popolo sceglie chi li deve governare e quello in cui il popolo non ha scelta. In entrambi i casi tuttavia non è il popolo che governa ma sono i governanti.

Nel primo caso il popolo può decidere di sbarazzarsi dei governanti pacificamente, nel secondo, invece non vi è alcuna possibilità in questo senso.

Ma allora cosa è per Popperla Democrazia? Per Popperla Democraziain sé non è un sistema politico in quanto il popolo non governa ma sceglie solamente da chi vuole essere governato nel modo che ritiene migliore, ma è l’essenza stessa della libertà, poiché in un sistema liberale c’è la libera scelta e libero confronto.

Nel caso dei Totalitarismi Positivi avviene praticamente questo, il popolo decide chi li governa, ma alla fine subisce i governanti, in quanto l’espressione del potere non è del popolo ma delle persone scelte dal popolo. In questo modo c’è una sottilissima linea che dividela Democraziao Totalitarismo positivo dal Totalitarismo negativo o Tirannia.

Popper individua diversi punti che fungono da “linea di demarcazione” frala Democraziae la dittatura <<la Democrazianon può compiutamente caratterizzarsi solo come governo della maggioranza, benché l’istituzione delle elezioni generali sia della massima importanza. Infatti anche una maggioranza può governare in maniera tirannica >> (La società aperta e i suoi nemici)

Dunque esiste in Popper una consapevolezza del fatto che effettivamente anche nella democrazia relativa, esiste una sorta di totalitarismo o tirannia da parte della maggioranza verso la minoranza, poiché la minoranza subisce la politica della maggioranza, tuttavia, continua Popper sostenendo che <<in una democrazia, i poteri dei governanti devono essere limitati ed il criterio di una democrazia è questo: in una democrazia i governanti possono essere licenziati dai governati senza spargimenti di sangue.  Quindi se gli uomini al potere non salvaguardano quelle istituzione che assicurano alla minoranza la possibilità di lavorare per un cambiamento pacifico, il loro governo è una tirannia >> (La società aperta e i suoi nemici).

Quindi nel caso del Totalitarismo positivo o democrazia relativa, la maggioranza rappresentata da un governo deve salvaguardare il diritto di lavoro e liberta delle minoranze, ponendosi un limite necessario; a differenza dei Totalitarismi quindi c’è un riconoscimento della libertà individuale sia che essa faccia parte della minoranza e sia della maggioranza, lo Stato riconosce ogni individuo come cittadino con diritto al lavoro e alla libertà, per cui il sistema democratico diventa conseguentemente l’essenza stesso della libertà; inoltre << una costituzione democratica consistente deve escludere soltanto un tipo di cambiamento nel sistema legale, cioè quel tipo di cambiamento che può mettere in pericolo il suo carattere democratico >>, quindi il limite dell’istituzione democratica è il non porre limiti alla democrazia tramite anche per via legale e quindi << in una democrazia l’integrale protezione delle minoranze non deve estendersi a coloro che violano la legge specialmente a coloro che incitano gli altri al rovesciamento violento della democrazia >>.

Il dovere del Presidente nel caso del Totalitarismo positivo di tipo pericleo e del Parlamento nel caso del Totalitarismo positivo rappresentativo è di salvaguardare, come già detto le minoranze, nel loro diritto al lavoro e alla libertà, tuttavia, nello stesso tempo, la protezione delle minoranze non deve estendersi anche a chi fa parte della minoranza ma vuole rovesciare con la violenza il sistema democratico, quindi ogni cittadino è uguale d’innanzi allo Stato, se , però, il cittadino rispetta lo Stato, è una sorta di totalitarismo statale dovuto alla salvaguardia della propria struttura democratica.

Il problema non è se il sistema politico riuscirà a rispettare le istituzioni stesse e il cittadino, ma è se chi governa e gestisce tali strutture riuscirà a non far degenerare il tutto, anche i limiti posti per la salvaguardia di un’essenza della libertà possono talvolta degenerare nella loro antitesi; dunque è necessaria la presenza non di uno Stato giusto, ma di uomini giusti che guidino lo Stato.

  

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