La tematica del conflitto in Kurt Lewin – Prof.ssa Elena Profeti –

La tematica del conflitto in Kurt Lewin

 Il concetto di conflitto è stato adottato come una delle chiavi di lettura della variegata fenomenologia sociale del nostro tempo.

La psicologia parla di situazione conflittuale con riferimento a forze psichiche (o, se si preferisce, orientamenti affettivi, inclinazioni soggettive) di segno contrastante che producono una tensione a volte devastante a carico dell’identità. Il costo sostenuto nel costituirsi della personalità è proporzionato alla difficoltà di trovare una soluzione per il conflitto. Ciò che a noi qui interessa è capire perché la riflessione sul trasferimento dei conflitti psichici nel campo della società costituisca un tema importante anche nel pensiero classico della Sociologia, ogni volta venga affrontata la questione molto complessa, e tuttora aperta, dei rapporti fra individuo e società. Non va peraltro ignorato il fatto che lo stesso processo di formazione della personalità dev’essere concepito anche come risultante della capacità individuale del soggetto a superare i costi del conflitto intrapersonale ed a dover trovare non sempre facili ricomposizioni o equilibri interni. A questo proposito, nella letteratura specialistica si tende ad evidenziare la relazione diretta fra le forme di conflitto intrapersonale e quelle dei conflitti interpersonali, come pure nel caso della direzione inversa. Da tale corrispondenza emerge che le dinamiche interno-esterno-interno, che percorrono il variegato campo dell’azione sociale e che chiamano in causa le stesse dinamiche intrapsichiche dell’individuo sottoposto ad ogni serie di relazioni intersoggettive, risultano operanti in maniera pluridirezionale, con la conseguenza che le tensioni interiori, provocate dall’opposizione istinto-repressione, finiscono col trovare uno sbocco nell’aggressività dell’individuo verso gli altri.

Il tema dell’aggressività confina con quello della violenza e ci conduce all’analisi delle forme patologiche ed estreme del conflitto, anche se è opportuno non dimenticare la distinzione proposta da Erich Fromm tra aggressività difensiva ed aggressività distruttiva. La reazione degli attori sociali all’azione aggressiva ricevuta ha conseguenze non solo sul piano sociale, ma anche nell’ambito dello strutturarsi della personalità di chi subisce la violenza. Certamente la condizione di conflitto sociale, diffusa e permanente nel tempo, viene interiorizzata dal soggetto più debole già nel corso del processo di socializzazione primaria, anche se rende manifesti i suoi effetti a partire da quella secondaria, concorrendo alla formazione di un’identità particolarmente disarmonica ed instabile.

Ciò si verifica anche nell’organizzazione di alcune istituzioni, che specializzano le loro funzioni in relazione alla pervasività della dimensione conflittuale che devono saper gestire al loro interno. Però il conflitto intraindividuale può essere inteso anche in una chiave sociologica, soprattutto quando lo si collega ad un conflitto tra le istituzioni e la divaricazione di finalità vissuta dall’attore che deve, non di rado,  dividere la sua fedeltà ed apertura tra l’una o l’altra istituzione. L’esito di questo divario produce inevitabilmente il blocco della sua azione e quindi l’incapacità decisionale. Infatti le manifestazioni collegate ad un tale stato di conflittualità persistente vanno dalla timidezza alla schizofrenia e per questo sembra piuttosto avventato sostenere che forme acute di conflitti della personalità si possano ascrivere a forme di conflitto sociale, anche se inevitabilmente il cattivo funzionamento di alcune istituzioni può promuoverle e cronicizzare.

A questo proposito è d’obbligo un riferimento alla teoria del campo elaborata da Kurt Lewin, teoria che ha un valore non solo storico ma direi scientificamente esplicativo. Nel 1945, quando egli era direttore del Research Center for Group Dynamics presso il Massachusetts Institute of Technology, Lewin ha dato un irrinunciabile contributo come maestro della psicologia sociale, perché si è sforzato di imporre la sperimentazione in un’area problematica dove il confine tra sociologia e psicologia sociale diventa estremamente labile, come comprovano i suoi saggi raccolti nel famoso Resolving Social Conflict (1948). Lewin ha sviluppato una prospettiva dinamica per lo studio dei processi psicologici e sociali a partire dalla relazione tra individuo concreto e situazione concreta. La sua «teoria del campo» sostiene che accanto alle pressioni psicologiche (interne), esistono e sono operanti delle pressioni sociali (esterne). La combinazione di entrambe nelle diverse situazioni concrete definisce la formazione, di volta in volta, di uno spazio psicologico socialmente determinato che Lewin chiama, appunto, «campo».

Egli attribuisce un’importanza centrale alla percezione dello spazio sociale ed all’indagine sperimentale della dinamica e delle leggi dei processi che si svolgono nell’ambito dello spazio sociale. Per Lewin, infatti, quest’ultimo ha caratteristiche equivalenti a quelle dello spazio empirico reale e merita un’attenzione da parte degli studiosi di geometria e di matematica, pari a quella che tradizionalmente essi dedicano allo spazio fisico. Da qui la sua fondamentale ispirazione proveniente dalla topologia e l’uso frequente di disegni e di diagrammi esplicativi, talvolta poco comprensibili.

Lewin, riflettendo su di un caso concreto, quello dei conflitti che si manifestano nella sfera matrimoniale si pone una domanda cruciale: come può l’individuo trovare uno spazio di libertà di movimento sufficiente a soddisfare i suoi bisogni personali nell’ambito del gruppo senza interferire con quelli che si ritengono gli interessi del gruppo medesimo? Egli fa precedere la sua risposta da un’esplorazione illustrata da ben diciotto diagrammi che presentano: il marriage group come parte di una serie di gruppi più inclusivi (la parentela e la comunità).

Questa ricostruzione dinamica prevede l’ applicazione di una griglia generale relativa ai fattori d’insorgenza del conflitto al caso specifico del campo matrimoniale. In particolare, egli si sofferma sulla questione dello spazio di libertà di movimento dell’attore la cui limitazione rappresenta uno dei principali fattori di tensione. In quest’ambito di esplorazione, diventa significativo considerare che gli eventi relazionali esterni alla vita di coppia assumono una profonda differenza nel life-space tipico del marito ed in quello tipico della moglie. Altrettanto importante è ridisegnare queste dinamiche in funzione dell’anzianità della relazione coniugale, perché i conflitti che si manifestano nella situazione di matrimonio di fresca data hanno a che vedere soprattutto con la difficoltà di conciliare i bisogni personali con quelli del partner: l’enfasi contemporanea sul carattere privato del ménage matrimoniale fa sì che the atmosphere of the group dipenda sempre più dalla responsabilità e dalle scelte dei singoli attori. Nei ménage recenti si sviluppa una conflittualità tipica cui corrisponde, tuttavia, una maggiore flessibilità di soluzione. E’ opportuno rilevare che Lewin sa ricostruire e sa descrivere con ricchezza di argomentazioni la dinamica conflittuale nell’ambito del gruppo, sa valutare con acume l’influenza che quest’ultimo esercita sul singolo attore coinvolto e sa inoltre cogliere la complessa interazione di segno opposto, ma complementare, che dipende dal rapporto tra le esigenze individuali e quelle del gruppo stesso. L’indagine sistematica condotta da Lewin sulle reazioni di un attore che si imbatte in un dilemma di scelta in un campo sottoposto a tensione lo fa approdare ad una proposta di tipologia di conflitti espressa in forma di tipi ideali: il conflitto fra forze di pulsione e forze di arresto; il conflitto fra forze personali e forze indotte. Al di là della sua efficacia esplicativa, la tipologia di Lewin mette in luce uno degli orientamenti ideologici più diffusi nella ricerca sul tema: cioè i conflitti sono propri della natura dell’uomo (e della società) e, dato che sono a volte perniciosi, vanno composti e superati. Sulla base di questi presupposti, il compito essenziale della ricerca è quello di rintracciare un punto di “equilibrio” e dunque di “superamento” delle tensioni che alimentano i conflitti.

Mi sono soffermata nell’esemplificazione di come la problematica conflittuale venga trattata da Lewin, perché, grazie al suo contributo, è possibile constatare come del conflitto e delle sue possibili forme si possa parlare sia ad un livello micro (per ciò che riguarda l’individuo), sia ad un livello macro (per quel che concerne la società), rintracciando nelle sue riflessioni teoriche le linee guida per la gestione degli stessi conflitti.

 

SCARICA L’ARTICOLO COMPLETO IN VERSIONE PDF

 

Hai qualcosa a dire? Accedi e lascia il tuo commento!

Devi essere loggato per inviare un commento.