5 ottobre 2022 - Filosofiamo    No Comments

L’attualità di Francesco Bacone

Il 19 Settembre 2022, in Inghilterra, sono stati celebrati i funerali della Regina Elisabetta II Windsor.

In tale occasione è stato sottolineato come Elisabetta II abbia regnato, garantendo l’unità del regno, la vita dignitosa e decorosa dei propri sudditi, con il dovuto riguardo per le Istituzioni democratiche del paese.

Tutto questo mi ha indotto a capire quali siano stati i presupposti storici, politici e culturali che hanno favorito il regno della Regina Elisabetta II.

Dunque, volgendo il mio sguardo verso il passato, spontaneamente sono stato attratto dalla figura di Francesco Bacone.

Perché Bacone? Quali suggerimenti può proporre ancora oggi questo intellettuale?

In una famosa lettera del 1592 Bacone affermava di nutrire grandi ambizioni filosofiche e più moderate intenzioni politiche, avendo eletto a propria provincia “ il dominio della conoscenza nella sua totalità.”

Infatti Bacone era convinto che la conoscenza, in tutte le sue varie possibili forme, ma soprattutto la conoscenza della natura, in quanto percezione dell’autentica realtà delle cose, costituisse il fondamento da cui l’umanità doveva partire per raggiungere una condizione generalizzata di benessere. materiale e spirituale.

Bisogna precisare che Bacone non è stato uno scienziato, ma un raffinato studioso della cultura rinascimentale. Inoltre, come gli studiosi della prima metà del seicento, Bacone era fermamente convinto che i due secoli precedenti al diciassettesimo secolo siano stati la causa della disgregazione dell’ordine costituito.

A tale proposito Bacone viene ad impegnarsi sostanzialmente su due livelli: il primo livello di carattere politico non disgiunto da un secondo livello, che possiamo identificare nell’interesse verso la stretta relazione tra scienza e tecnica. In altre parole, nella cultura rinascimentale, era dominante un parallelismo tra mondo naturale e società, tra il sistema astronomico ed il sistema istituzionale.

Il mondo era concepito come una sfera, in cui appese alla circonferenza erano collocate le stelle fisse, scendendo, la terra era collocata al centro dell’universo e tra la terra ed il cerchio delle stelle fisse erano poste altre circonferenze occupate dai pianeti e dal sole. Questo era un mondo concepito perfettamente sferico, ordinato e stabile e al di sopra delle stelle fisse venivano collocati nella loro funzione rassicurante ed incoraggiante Dio e gli angeli. Altresì, mentalmente parlando, sul piano politico era condivisa una raffigurazione speculare della società, in cui al centro si poneva l’uomo e, tra il centro e la periferia di questo mondo sferico erano delineati dei tratti circolari concentrici, all’interno dei quali erano collocati valori come le virtù: la bontà, il rispetto delle leggi. Questa, in altre parole, non era altro che la rappresentazione della società degli uomini perfettamente stabile, in cui erano posti, al di sopra della circonferenza periferica la Regina Elisabetta I, capo della Chiesa anglicana, e la Camera dei Lord. Per lo studioso della prima metà del seicento questi due mondi paralleli si stavano disfacendo, cioè la società si stava sgretolando come conseguenza della rivoluzione scientifica in atto, per cui si rendeva necessaria una reazione di fronte a questo cambiamento epocale.

A questo proposito Bacone, in quanto politico e raffinato intellettuale, era convinto che il mondo della scienza e della techne, cioè il progresso conoscitivo e tecnologico, costituisse quella opportunità che avrebbe consentito di affermare nella collettività una vita decorosa e dignitosa per tutti, ma, per realizzare questo obbiettivo, si doveva essere in grado di saper utilizzare questi strumenti, cioè la conoscenza e la techne. Per cui era inevitabile abbandonare la concezione mitica e metafisica del passato caratterizzata dagli idola, cioè dai pregiudizi, che, ieri come oggi, cristallizzano, ostacolano il sistema sociale, determinando l’arretratezza e l’impoverimento della società stessa.

Bacone, che conosceva molto bene il pensiero di Machiavelli, avendo avuto la possibilità di leggere le opere del fiorentino, condivideva l’opinione del Machiavelli stesso relativa al fatto che “i cittadini intelligenti hanno a cuore il bene pubblico e fanno sentire la propria voce”. Per questo i politici si devono giudicare sulla base dei fatti concreti e non sulle semplici promesse elettorali. Le corti sono piene di adulatori, nella misura in cui gli uomini si compiacciono tanto nelle cose lor proprie, e in tal modo vi s’ingannano, per cui con difficultà si difendono da questa peste.

In effetti il rapporto che Bacone intratteneva con la cultura aristotelico-scolastica, cioè con il passato, era del tutto particolare e ci aiuta ancor meglio a comprendere sia la sua missione di profeta della scienza moderna, sia i momenti attraverso cui egli ha elaborato tale visione del sapere e della ricerca scientifica.

A tutto ciò bisogna aggiungere il fatto che la ricerca del mezzo comunicativo ideale, soprattutto dei modi di trasmissione del sapere, della giusta retorica, sono tematiche che non appartenevano solo a Bacone ma che permeano tutta la cultura moderna in generale, quella inglese in particolare.

Bacone, da politico consumato e da fine osservatore delle dinamiche politiche, per evitare di incappare nella scure della censura, seguì scrupolosamente i consigli indicatigli da Bodley, evitando la via della polemica più aspra. Infatti per un periodo di circa due anni fino al 1609 si dedicò proprio alla ricerca di uno strumento comunicativo che, oltre a penetrare l’immaginario collettivo degli ambienti più dotti e non, fungesse da mezzo “velato” attraverso cui le sue nuove idee potessero essere accettate senza creare forti scosse di assestamento.

Bacone, attraverso la descrizione della Casa di Salomone, viene a esporre  il suo ideale di comunità e di ricerca scientifica, ma essendo quest’opera incompleta, lascia aperto il dubbio rispetto alla sua importanza come opera politica dal momento che Bacone stesso riteneva di aver delineato per questa favola un ordinamento di Leggi e dello Stato migliore, o della “migliore forma di Repubblica”

Bacone, ben cosciente della funzione chiarificatrice della fiaba come percorso narrativo antico, la reintroduce attraverso soprattutto il racconto della Nuova Atlantide.

Infatti è proprio con la Nuova Atlantide che è possibile cogliere la capacità di Bacone nell’utilizzare il mezzo comunicativo della favola in cui si pone in essere il collegamento con il genere letterario più in voga del momento ossia l’utopia.

Gli studiosi, guardando all’utopia come ad una rappresentazione della sola migliore forma di governo, e dunque riferendosi soprattutto all’aspetto squisitamente politico, sono stati prudenti nel considerare la Nuova Atlantide come opera utopica o più precisamente come utopia. Per questo il progetto politico di Bacone fu ridotto, in seguito al fatto che la nuova Atlantide rimase incompiuta, ad una mera intenzione da parte di Bacone stesso, cioè nel porre in essere, tra utopia, progresso e modernità, uno stretto legame, destinato a produrre effetti a lungo termine e a cambiare, quindi ad affermare il diritto ad una vita dignitosa e decorosa la sorte di milioni di persone.

In questo senso Bacone ha contribuito a formare nella classe dirigente del tempo una disposizione mentale che ha trovato la sua piena affermazione negli anni del regno di Elisabetta II Windsor.

 

Prof. Alfio Profeti

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