1 febbraio 2013 - APPUNTI, Filosofiamo    No Comments

Mappa concettuale G.W. Friedrich Hegel

Georg Wilhelm Friedrich Hegel

 Mappa concettuale per orientarsi

 

1.      Premessa: i capisaldi della Filosofia di Hegel.

I tre momenti dell’Assoluto.

Idea, Natura e Spirito (in Hegel l’Assoluto ha un’articolazione triadica circolare).

Chiarimenti: le tre sezioni costitutive del sapere filosofico.

Vedremo che a questi tre momenti strutturali dell’Assoluto Hegel fa corrispondere le tre sezioni in cui si divide il “sapere filosofico”:

1) la logica, che è la scienza dell’Idea in sé e per sé, cioè dell’Idea considerata nel suo essere implicito (= in sé) e nel suo graduale esplicarsi (= per sé), ma a prescindere dalla sua concreta realizzazione nella natura e nello spirito;

2) la filosofia della natura, che è ”la scienza dell’Idea nel suo alienarsi da sé»;

3) la filosofia dello spirito, che è «la scienza dell’Idea, che dal suo estraneamento ritorna in sé.

 

2.      Il posto della “Fenomenologia” all’interno del Sistema hegeliano.

La funzione introduttiva e propedeutica della “Fenomenologia”.

Va precisato che la “Fenomenologia”, presentata come storia delle vicissitudini della “coscienza”, è la storia romanzata della “coscienza”, che, attraverso erramenti, contrasti, scissioni, e quindi infelicità e dolore, esce dalla sua individualità, raggiunge l’universalità e si riconosce:

–         come ragione che è realtà e

–         come realtà che è ragione. Perciò l’intero ciclo della “Fenomenologia” si può vedere riassunto in una delle sue figure particolari, che non per nulla è diventata la più popolare: quella della “coscienza infelice”. La “coscienza infelice” è quella che non sa di essere “tutta la realtà”, perciò si ritrova scissa in “differenze”, in “opposizioni” o in “conflitti”, dai quali è internamente dilaniata e dai quali viene fuori. La “Fenomenologia” ha pertanto lo scopo di introdurre al Sistema hegeliano e quindi è propedeutica ad esso, perché la “Fenomenologia”, come divenire della filosofia, prepara e introduce il singolo alla filosofia: cioè tende a far sì che esso si riconosca e si risolva nello “Spirito universale”.

Il dinamismo dell’Assoluto.

Hegel parla di dialettica, perché ritiene che il farsi dinamico dell’Assoluto passi attraverso questi tre momenti:

1)      Tesi: L’idea in sé (L’idea in se stessa a prescindere dalla sua realizzazione nella Natura e nello Spirito) l’Idea «in sé e per sé”.

2)      Antitesi: L’idea fuori di sé (L’alienazione dell’Idea nelle realtà spazio-temporali del mondo = la Natura) l’Idea «fuori di sé”.

3)      Sintesi: L’idea che torna in sé (L’idea che dopo essersi fatta Natura acquista coscienza di sé nell’uomo) l’Idea che «ritorna in sé”.

La dialettica rappresenta dunque l’articolazione della totalità della realtà nei tre momenti del farsi dell’Idea, che incarna l’Assoluto.

Le tre sezioni dello Spirito.

A questi tre momenti strutturali dell’Assoluto e quindi del divenire dell’Idea appena considerati, Hegel fa corrispondere le tre sezioni in cui si ripartisce il sapere filosofico:

1) La logica, che è la scienza dell’Idea in sé e per sé, cioè dell’Idea considerata nel suo essere implicito (= in sé) a prescindere dalla sua concreta realizzazione nella Natura e nello Spirito.

2) La Filosofia della Natura, che è ”la scienza dell’Idea nel suo alienarsi da sé”.

3) La Filosofia dello Spirito, che è «la scienza dell’Idea, che dal suo allontanamento ritorna in sé”.

 

3.      Puntualizzazioni circa il concetto di Dialettica.

Il concetto di “Dialettica”.

Poiché l’Assoluto, per Hegel, è fondamentalmente divenire, la legge che regola tale divenire è la «dialettica», che rappresenta, al tempo stesso, la legge (ontologica) di sviluppo della realtà e la legge (logica) di comprensione della realtà.

Quindi la dialettica, globalmente considerata, consiste nei seguenti tre momenti:

  • L’affermazione (Tesi).
  • La negazione (Antitesi).
  • La ri-affermazione (Sintesi) = Aufhebung.

Chiarimenti fondamentali.

In questa articolazione della dialettica, il “negativo-razionale” (vedi il momento dell’Antitesi) = nega le determinazioni astratte dell’intelletto, mettendole in rapporto con le determinazioni opposte.

Invece il “positivo-razionale” (vedi il terzo momento/superamento, che è quello della Sintesi) = coglie l’unità delle determinazioni opposte, ricomponendole in modo sintetico.

In Hegel ogni sintesi diviene, a propria volta, tesi di un’altra antitesi, cui succede un’ulteriore sintesi e così via, sempre seguendo la stessa articolazione triadica (Tesi, Antitesi, Sintesi) sino al compimento del processo globale dell’Assoluto.

Il significato della “Dialettica”.

La dialettica in Hegel, nel suo continuo movimento triadico, ha un significato complessivamente ottimistico, poiché essa ha il compito di:

  • unificare il molteplice,
  • conciliare le opposizioni,
  • pacificare i conflitti,
  • ridurre ogni cosa all’ordine e alla perfezione del Tutto.

Secondo Hegel la “molteplicità”, l’”opposizione”, il “conflitto”, tutti presenti nella realtà, sono senza dubbio effettivi e reali; però solo come momenti di passaggio. In altri termini, il “negativo”, per Hegel, sussiste solo come un momento del farsi del “positivo”. Infatti:

1) come si può notare, la dialettica non comprende soltanto il secondo momento (quello che Hegel chiama dialettico in senso stretto) ma la totalità dei tre momenti elencati;

2) la dialettica non fa che illustrare il principio fondamentale della filosofia hegeliana: la risoluzione del finito nell’infinito;

3) la dialettica ha un significato globalmente ottimistico, poiché essa ha il compito di unificare il molteplice, conciliare le opposizioni, pacificare i conflitti, ridurre ogni cosa all’ordine e alla perfezione del Tutto.

Il movimento dialettico dell’Idea.

Globalmente e sinteticamente considerata, la dialettica per Hegel consiste:

1) nell’affermazione o posizione di un concetto «astratto e limitato», che funge da tesi;

2) nella negazione di questo concetto come alcunché di limitato o di finito e nel passaggio ad un concetto opposto, che funge da antitesi;

3) nell’unificazione della precedente affermazione e negazione in una sintesi positiva comprensiva di entrambe. Sintesi che si configura come una affermazione potenziata dell’affermazione iniziale (tesi), ottenuta tramite la negazione della negazione intermedia (antitesi). Questa riaffermazione viene focalizzata da Hegel con il termine tecnico di Aufhebung, il quale esprime l’idea di un -superamento» che è, al tempo stesso, un togliere (l’opposizione fra tesi ed antitesi) ed un conservare (la verità della tesi, dell’antitesi e della loro lotta).

Riepilogo del movimento dialettico.

  • Tesi – L’Idea “in sé e per sé” (o Idea «pura») è l’Idea considerata in se stessa, a prescindere dalla sua concreta realizzazione nel mondo.
  • Antitesi – L’Idea fuori di sé (o Idea «nel suo esser altro») è la Natura, cioè l’estrinsecazione (o l’estraneazione, l’alienazione dell’Idea) nelle realtà spazio-temporali del mondo.
  • Sintesi – L’Idea che «ritorna in sé è lo Spirito, cioè l’Idea che dopo essersi fatta Natura torna «presso di sé”.

 

4.      Il SISTEMA FILOSOFICO: schema del sistema di Hegel.

Le tesi di fondo dell’Idealismo di Hegel:

1) la risoluzione del finito nell’infinito (PANTEISMO IDEALISTICO E DINAMICO DI HEGEL):

La realtà è un organismo unitario di cui tutto ciò che esiste è parte o manifestazione. Tale organismo coincide con l’Assoluto e con l’Infinito. Il finito, come tale, non esiste, perché il finito è un’espressione parziale dell’infinito. Il finito e l’infinito coincidono in quanto il finito è manifestazione dell’infinito, infinito o Dio = Soggetto spirituale in divenire che si realizza progressivamente in tutti i suoi momenti e che solo alla fine, cioè nell’uomo, acquista piena coscienza di sé. Per Hegel l’Assoluto si identifica con un Soggetto spirituale in divenire, di cui tutto ciò che esiste è «momento» o «tappa» di realizzazione. Pertanto la realtà è un processo di auto-produzione che soltanto alla fine, cioè con l’uomo (= lo Spirito) e le sue attività più alte (arte, religione e filosofia), giunge a rivelarsi per quello che è veramente.

2) l’identità fra ragione e realtà («Ciò che è razionale è reale; e ciò che è reale è razionale»):

L’Idea o Ragione (= lo Spirito come l’automovimento) è identità totale e necessaria di ragione e realtà (= la ragione non è un’astrazione, ma la forma stessa della realtà, intesa come sviluppo dell’Idea); quindi l’essere e il dover’essere (= ciò che esiste è ciò che razionalmente deve essere). La razionalità non è pura idealità, astrazione, schema, dover’essere, ma la forma stessa di ciò che esiste, poichéla Ragione«governa» il mondo e lo costituisce. Quindi per Hegel la realtà è il dispiegarsi di una struttura razionale (l’Idea ola Ragione) che si manifesta in modo inconsapevole nella natura e in modo consapevole nell’uomo. Per Hegel la realtà costituisce una totalità processuale necessaria, formata da una serie ascendente di «gradi» o «momenti», che rappresentano, ognuno, il risultato di quelli precedenti ed il presupposto di quelli seguenti.

3) la funzione giustificatrice della filosofia (il compito della filosofia è di giustificare razionalmente ciò che esiste):

Hegel ritiene che il compito della filosofia consista nel prendere atto della realtà e nel comprenderne le strutture razionali che la costituiscono.La Filosofiadeve soltanto portare nella forma del pensiero, cioè elaborare in concetti il contenuto reale che l’esperienza le offre, dimostrandone, con la riflessione, l’intrinseca razionalità. Il filosofo deve prendere atto della razionalità del reale, mostrandone l’intrinseca necessità.

Idea, Natura e Spirito: riepilogo dei tre momenti dell’Assoluto.

Come abbiamo visto, il farsi dinamico dell’Assoluto passa attraverso i tre momenti:

  • dell’Idea «in sé e per sé (1. Tesi);
  • dell’Idea «fuori di sé (2 Antitesi);
  • dell’Idea che «ritorna in sé (3 Sintesi).

Schema concettuale dell’articolazione dell’Assoluto.

  • TESI: L’idea in sé. Si tratta dell’idea in se stessa a prescindere dalla sua realizzazione nella Natura e nello Spirito.
  • ANTITESI: L’idea fuori di sé. Siamo di fronte all’alienazione dell’Idea nelle realtà spazio-temporali del mondo (=la Natura), in quanto l’idea si rende estranea a se stessa, uscendo dalla sua condizione di pura astrattezza.
  • SINTESI: L’idea che torna in sé. A questo punto, l’idea, dopo essersi fatta Natura rendendosi visibile, acquista coscienza di sé nell’uomo.

Precisazioni fondamentali: “Intelletto” e “Ragione” in Hegel.

Intelletto: modo di pensare statico e astratto.

Ragione: modo di pensare dinamico e concreto.

Se l’intelletto è l’organo del finito, la ragione è l’organo dell’infinito, ossia lo strumento tramite cui il finito (il parziale e l’astratto) viene risolto nell’infinito (il totale e il concreto). 

Ripartizione delle Sezioni del Sapere Filosofico

 1) Logica (studia l’Idea in sé) articolandosi in:

  • dottrina dell’essere
  • dottrina dell’essenza
  • dottrina del concetto.

 

2) Filosofia della Natura (studia l’Idea fuori di sé) articolandosi in:

  • meccanica
  • fisica
  • organica.

 

3) Filosofia dello Spirito (studia l’Idea che torna in sé) articolandosi in:

  • Soggettivo (antropologia, fenomenologia, psicologia)
  • Oggettivo (diritto, moralità, eticità)
  • Assoluto (arte, religione, filosofia).

 

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