Modulo su Educazione e Pedagogia

Prof.ssa Elena Profeti Modulo su: Educazione e Pedagogia

Concetti di base

Il concetto di educazione coinvolge tutti gli stimoli che ci provengono dal mondo esterno, dalle cure familiari ai contatti con il mondo della scuola, dall’incontro occasionale all’apporto dei mezzi di comunicazione.

Ogni essere umano ha potenzialmente l’intelligenza e le energie affettive da esprimere ed attitudini naturali. Tuttavia dipenderà in gran parte dall’educazione, dagli stimoli ambientali affinchè quelle energie potenziali trovino il modo più compiuto e più equilibrato di realizzarsi. Il bambino, quando nasce, porta in sé infinite possibilità, alcune sono comuni a tutti gli uomini, altre sono proprie e specifiche di ogni individuo. Le aree che riguardano l’intervento educativo sono: quella cognitiva, affettiva, morale e sociale. La persona umana, nella sua interezza, si compone di molteplici dimensioni ed ognuna di queste è sempre educabile. Perciò il concetto di educazione riguarda non solo la crescita fisica, ma soprattutto quella propriamente spirituale e quindi psicologica di ciascuno di noi. Questo comporta far sviluppare in ciascuno quelle abilità o potenzialità che ogni individuo possiede e far in modo che, attraverso processi di apprendimento, possano esserne acquisite altre nuove ed indispensabili per la vita in tutte le sue dimensioni. Quindi l’educazione investe lo sviluppo di tutti gli aspetti della personalità umana: fisici, intellettuali, affettivi, del carattere, sociali e relazionali. E’ vero che ciascun essere umano ha potenzialmente le capacità mentali che lo condurranno alla conoscenza graduale del mondo circostante e all’impiego di certi mezzi per impadronirsene e per affermare se stesso. Anzi manifesta delle energie affettive da esprimere e delle naturali attitudini personali. Però dobbiamo riconoscere che dipende in gran parte dall’educazione, dagli stimoli ambientali affinchè quelle risorse potenziali trovino il modo più compiuto e più equilibrato di realizzarsi. Il concetto di “educazione” è più ampio di quello di “istruzione”, che si riferisce alla sola educazione intellettuale o cognitiva. Infatti il significato sia della parola educazione, sia della parola istruzione è strettamente collegato da un rapporto di inclusione, perché l’istruzione è parte dell’educazione. L’istruzione chiama in causa semmai una molteplicità di modi di trasmissione e di scambio della cultura. Nell’istituzione scolastica la cultura si trasmette infatti codificata in determinate forme, attraverso determinati strumenti, con determinate finalità e questo con la consapevolezza che la scuola non è il principale o l’esclusivo veicolo di istruzione. Però è vero che, mentre l’istruzione passa attraverso l’acquisizione di una cultura di tipo tecnico, l’educazione non è una questione solo di tipo tecnico, ma investe quella molteplicità di stimoli ambientali che fanno leva sull’individuo. Per quanto riguarda l’educazione, che è quindi un concetto più ampio rispetto a quello di istruzione, come ho chiarito, possiamo dire che tutti siamo in un certo modo responsabili, con le parole, con gli atti, con gli atteggiamenti, dell’educazione delle persone che vivono accanto a noi. In realtà l’educazione impegna tutta la vita e tutti noi, anche se non ne abbiamo sempre immediata coscienza. Quindi possiamo sempre “crescere”, perfezionarci in qualche aspetto della nostra personalità, ma essere anche al contempo condizionati dagli altri e dal loro modo di comportarsi. Ognuno di noi può essere educatore, col suo comportamento, con una parola, un gesto, con la sola presenza. La parola formazione indica, invece, “prender forma” (per es. nel processo di sviluppo) o il “dar forma” (in questo caso si tratta di conferire a qualcuno caratteristiche che precedentemente non possedeva, come nel caso della formazione professionale). Per concludere possiamo dire che educare ed essere educati è un bisogno insopprimibile dell’essere umano. La relazione è il presupposto per educare, perché si può produrre educazione solo se entrambi gli attori (educatore ed educando) si lasciano coinvolgere nella relazione o dalla relazione. Spetta ai genitori essere i primi educatori, perché immersi nella relazione. Diversamente si avrebbe istruzione o formazione, che non possono rispondere alle domande significative dell’essere umano. L’educazione è quindi prima di ogni altra cosa un’esperienza di relazione.

Fattori dell’educazione

L’educazione ha due aspetti: uno “interno” ed uno “esterno”. L’aspetto più appariscente è quello esteriore, cioè quell’insieme di azioni, atteggiamenti, parole accorgimenti che una persona mette in atto per educarne un’altra. Si chiama “etero-educazione” tutto quel complesso di atti, manifestazioni e circostanze visibili esterne che costituiscono il contributo indispensabile alla nostra formazione. Nel processo educativo vi è la possibilità di assorbire tutti gli elementi culturali che millenni di civiltà hanno accumulato. La cultura è tutto ciò che l’uomo ha ideato e costruito, trasformando la natura a suo vantaggio; ma la cultura è pure il complesso delle abitudini sociali, delle tradizioni di un popolo. Tuttavia non dobbiamo dimenticare che la persona non è plasmabile a nostro piacimento: ciascuno, come ha la propria struttura fisica, così ha il proprio temperamento ereditario; possiede un certo quoziente intellettuale e una propria forma specifica di intelligenza (più teorica o più pratica, più intuitiva o più logica). Ha delle particolari attitudini e un proprio modo di sentire e di reagire alle situazioni più diverse. Quindi l’educazione non può prescindere da tutto questo, anzi deve porsi al servizio di queste doti naturali, offrendo ad esse la possibilità di esprimersi. E’ vero però che ciascuno di noi collabora alla sua personale formazione e tale contributo viene chiamato auto-educazione. Questo processo implica che ciascuno venga messo in grado di far emergere e portare alla luce le proprie capacità e risorse. Non si deve sottovalutare il fatto che l’educazione è non soltanto un fattore indispensabile, ma semmai quello più importante, perché è frutto di un rapporto tra persone, oltre che tra soggetto e ambiente. L’educazione nasce dal concorso di tanti fattori, ambientali, ereditari, voluti ed occasionali; cresce nella convivenza di adulti e bambini, nell’incontro di certi stimoli (etero-educazione) con l’attiva ricezione degli stessi da parte di un individuo dotato di una sua insostituibile personalità (auto-educazione).

Principali istituzioni educative

Esistono delle istituzioni educative specifiche e universalmente riconosciute come tali: – la famiglia: sotto protezione e con l’appoggio dei genitori, il processo educativo ha la possibilità di svolgersi naturalmente e di portare i suoi frutti a tempo debito; però quando la famiglia viene a mancare, l’intero sviluppo del bambino è compromesso: persino la crescita fisica, la deambulazione e lo sviluppo del linguaggio vengono ritardati; – la scuola: oggi viene vista non soltanto come organo di trasmissione del sapere ma anche come organo di educazione nel senso più ampio del termine. È attraverso la scuola che il bambino si educa alla socialità; – la chiesa: le è affidata la formazione morale e religiosa, a completamento di quella iniziata nella famiglia. Un tempo ha avuto anche il compito dell’istruzione, soprattutto quando mancavano le scuole municipali o statali. Oggi continua l’opera educativa anche attraverso istituzioni ricreative che offrono la possibilità di gioco o di attività agonistica e occasioni per l’educazione nel significato più pregnante. Tentare una classificazione della molteplicità di agenzie educative che operano all’esterno della famiglia e della scuola non è però un’impresa semplice. Tra queste possiamo individuare anche quell’agenzia educativa impersonale, multiforme, difficilmente controllabile, con formidabili caratteristiche di penetrazione e di adattamento, che è rappresentata dai mass media, cioè dall’insieme dei mezzi di comunicazione di massa, primi fra tutti la televisione ed il computer.

Pratica educativa e pedagogia

La pedagogia è intesa come scienza dell’educazione. L’educazione precede di gran lunga la pedagogia. Infatti quest’ultima non sorge all’inizio della storia dell’uomo, ma più tardi, cioè quando gli uomini, presa maggiore coscienza dei propri atti, cominciano a discutere sulle finalità che l’educazione deve raggiungere e sui mezzi migliori per realizzarle. La pedagogia è nata quindi successivamente con il pensiero filosofico, mantenendo stretti rapporti con la filosofia.

Pedagogia e filosofia

Fin dalle origini, la filosofia il compito di ricercare quale sia il significato della vita umana nell’universo e quale sia il suo destino. La filosofia ci indica che cos’è la realtà e che cos’è l’uomo. La pedagogia in base all’indagine filosofica, ci suggerisce come l’uomo debba essere educato; quindi la pedagogia è una scienza filosofica. In particolare la pedagogia deve tener conto delle circostanze ambientali, psicologiche, sociali nelle quali si svolge l’educazione. Perciò essa ha rapporto anche con la psicologia e la sociologia. Non solo, la pedagogia, oltre che scienza, è un’arte, perché l’educazione, per la sua buona riuscita, necessita di inventiva, di sensibilità, da parte dell’educatore, di particolari tecniche; quindi non si può escludere una componente “artistica”.

Pedagogia e psicologia

A partire dal secolo scorso, si sono sviluppati gli studi scientifici intorno alla psicologia dell’età evolutiva (riferita al periodo della vita che va dalla nascita alla completa formazione del giovane). Oggi la pedagogia non può prescindere dagli studi condotti dalla psicologia, perché questi ultimi hanno approfondito la conoscenza sia dei processi dell’apprendimento sia delle reazioni emotive e comportamentali. Inoltre essa non può fare a meno soprattutto delle scoperte relative alle motivazioni ( in psicologia si intende per “motivazione” quella spinta interiore che porta all’azione), che sollecitano il bambino alla conoscenza del mondo che lo circonda, che lo stimolano al gioco, che ne formano e orientano il carattere, l’affettività e l’agire. Inoltre la psicologia ha portato alla luce quanto sia dovuto all’ereditarietà e quanto all’influenza dell’educazione e dell’ambiente, fornendo indicazioni preziose per orientare i metodi di insegnamento nella scuola e contribuisce, in tal modo, all’individuazione delle cause di eventuali difficoltà dell’alunno, all’orientamento scolastico e professionale, al recupero del disadattamento. La psicologia offre così molteplici e tali contributi che è stato tentato di ridurre la pedagogia ad una psicologia applicata, ma questo azzardo si è rivelato non opportuno, in quanto la pedagogia ha un fondamento filosofico e ha sempre comunque mantenuto la propria autonomia scientifica come ricerca specializzata per ogni forma di intervento educativo.

Pedagogia e sociologia

La pedagogia ha ricevuto molti contributi anche dallo sviluppo della sociologia. Quest’ultima è una scienza che si occupa di indagare le leggi che regolano lo sviluppo dell’organizzazione sociale umana; il costruirsi di determinate istituzioni, di determinati simboli e modelli di comportamento, riconosciuti nell’ambito di una data società, e via dicendo. Poiché l’educazione è primariamente un fatto sociale, essa è per questo anche oggetto della sociologia.

 

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