5 ottobre 2022 - Filosofiamo    No Comments

I presupposti di un necessario cambiamento

In una sua nota di commento ad un saggio di Feuerbach, Marx scriveva “L’uomo è l’insieme dei rapporti sociali”, ma, purtroppo, questa riflessione, che in sé racchiude la tesi aristotelica dell’uomo come zoon politikon, nessuno o ben pochi ne hanno memoria.

In uno dei suoi ultimi saggi il Prof Remo Bodei sottolineava come la profezia marxiana sulla fine della società capitalistica fosse giustificata dal principio fondamentale su cui il capitalismo si pone in essere: il consumismo che riduce il tutto, quindi lo stesso essere umano, a merce.

Per questo, oggi più che mai, è importante recuperare l’uomo, cioè la sua umanità, perché come affermava Rousseau, la natura umana è espressione della sintesi tra ragione e sentimento.

Infatti ritengo che la dignità di ogni uomo ed il suo sviluppo come persona debba, inevitabilmente, passare attraverso il favorire l’espressione integrale della natura umana nel rispetto delle debolezze  e delle imperfezioni proprie di ogni persona.

Soltanto quando  impariamo ad accettare le nostre debolezze e le nostre imperfezioni, che possiamo cominciare finalmente a vivere, ad essere oggi fra la gente, a riconoscere la nostra appartenenza, a comprendere come sia inevitabile passare dall’Io al Noi per realizzare un’autentica comunità democratica.

Ritengo che, partendo da questi presupposti, è importante realizzare un percorso formativo volto a formare i cittadini di un domani ormai prossimo.

Posso d’altronde assicurare che è proprio «grazie” alle ferite di ognuno, che sono sempre là e non «guariranno” mai, e con cui ognuno dovrà sempre «fare i conti”, che è possibile suggerire alcune proposte di riflessione riguardo appunto alla questione: cosa fare delle nostre fragilità, della nostra vulnerabilità per poter cominciare a porre le basi della fiducia e dell’accettazione degli altri?

 

Prof. Alfio Profeti

5 ottobre 2022 - Filosofiamo    No Comments

La democrazia ad una svolta

Oggi più che mai mi sento in dovere di porre l’accento sulla necessità di condividere alcune riflessioni che la realtà del nostro paese impone.

Sono un insegnante, ormai prossimo alla pensione, che di fronte all’acceso dibattito elettorale avverte la necessità di chiarire a se stesso come, dopo quasi ottanta anni dalla fine della seconda guerra mondiale, siano presenti nel nostro paese profonde divisioni e contrapposizioni.

Durante le mie lezioni di Educazione Civica, ho mostrato ai miei allievi l’importanza di evitare  quello che Calamandrei sottolineava come “sia un po’ una malattia dei giovani l’indifferentismo”.

Gli esiti delle ultime campagne elettorali comunali, regionali e nazionali hanno sempre più espresso una maggioranza di cittadini che hanno rinunciato ad esercitare il proprio diritto a scegliere i propri rappresentanti.

L’appello del 26 Gennaio 1955 di Piero Calamandrei ad un impegno da parte dei giovani volto a superare quelle divisioni e contrapposizioni che la seconda guerra mondiale ha determinato, con lo scopo di realizzare una convivenza democratica, rispettosa della dignità di ogni cittadino, favorendo il pieno sviluppo di ogni persona umana, ad oggi non ha avuto un risultato concreto: la classe politica che in tutti questi anni ha governato il paese non è riuscita a dare risposte ai problemi che ogni italiano sperimenta sulla propria pelle, alimentando ed approfondendo dinamiche conflittuali.

Per questo mi chiedo se il suggerimento di Mauro Scardovelli, che scrive nel suo saggio (Dall’Io al Noi, la via per  un mondo nuovo):

“Abbiamo il compito, tutti noi insieme, di portare avanti una straordinaria rivoluzione, antropologica e spirituale. Una rivoluzione, un’azione collettiva, allegra, pacifica e democratica, che traghetti l’umanità dalla sponda del potere-dominio esclusivo dei pochi sui molti, alla sponda dell’amore reciproco-comunitario-inclusivo, come previsto dalla nostra Costituzione”, possa tratteggiare una strada percorribile.

Purtroppo la proposta di Scardovelli ha le caratteristiche più di un sogno, di un’utopia.

Ritengo comunque che sconfiggere l’esercito di quelli che bussano alle nostre porte con offerte miracolose, non sia sufficiente una difesa passiva.

ciò che può favorire i giovani ad un comune impegno , è tradurre le nostre idee nel nostro mettere i piedi nella storia attraverso una piena disponibilità all’ascolto per comprendere, evitando fraintendimenti ed ambiguità, impegnandoci in un rispettoso dialogo inter-generazionale, evitando di parlare gli uni sugli altri, compito di cui dobbiamo assumere la piena responsabi­lità.

Prof. Alfio Profeti

“UN ANGELO ALLA MIA TAVOLA” riflessioni a cura di Elena Terrosi

Le mie riflessioni sul film di Jane Campion

“UN ANGELO ALLA MIA TAVOLA”

a cura di Elena Terrosi

(Classe 2aB – Liceo delle Scienze Umane)

“Un angelo alla mia tavola” è un’opera letteraria della scrittrice neozelandese Janet Frame, che ha raccolto con questo titolo i tre volumi della sua autobiografia. La regista Jane Campion, sua connazionale, ha tratto da questo lavoro un film presentato in tre parti alla televisione e al cinema, con lo stesso titolo dell’opera.

Noi di Seconda B lo abbiamo visto a scuola ed io devo dire che ne sono rimasta alquanto impressionata. L’ho trovato appassionante, coinvolgente, commovente ed ho riconosciuto più che giusti i numerosi premi internazionali che gli sono stati conferiti.

Read more »

I PROFESSIONISTI DEL FUNZIONAMENTO DELLA MENTE

Psicologo, Psicoterapeuta, Psichiatra e Neurologo

Psicologo, psicoterapeuta e psichiatra sono tre differenti figure professionali spesso confuse tra loro. Solo la figura del Neurologo risulta meglio riconoscibile, in quanto sappiamo che è un medico specializzato nel trattamento dei problemi che colpiscono il cervello, il midollo spinale e i nervi, senza però ricorrere alla chirurgia, ambito di azione del neurochirurgo. Di seguito prendiamo in considerazione distintamente ciascuna di queste figure professionali.

Read more »

Pagine:«1234567...41»