

Bruner: percezione e categorizzazione
Bruner attribuisce una grande importanza alla soggettività della mente e precisamente alla rappresentazione che questa si costruisce della realtà.
Bruner, psicologo statunitense laureato a Harvard, compie studi sul pensiero e dopo aver incontrato Piaget fonda il Centro di Studi Cognitivi.
Dopo la conferenza di Wood Hole si occupa anche di educazione e pedagogia, dando un nuovo indirizzo a quest’ultima.
Bruner analizza e confronta le correnti che si erano sviluppate nel corso del 900, prendendo in considerazione la Gestalt, il Comportamentismo e la Psicoanalisi.
La prima aveva analizzato la struttura del pensiero percettivo e l’attività del soggetto nell’organizzazione della percezione, rilevando l’importanza delle strutture innate nel soggetto, con la loro messa in atto in modo sequenziale da parte del soggetto stesso.
Il secondo si diffuse negli Stati Uniti, sottolineando l’aspetto fondamentale del comportamento osservabile e dell’oggettività che questo studio può avere. Di questo metodo Bruner critica la passività esercitata dal soggetto, perché attraverso il condizionamento poteva essere facilmente manipolato.
L’ultima sottolineava le pulsioni, le motivazioni inconsce e i bisogni istintivi.
Attraverso studi teorici e sperimentali, Bruner utilizza una nuova strada per studiare e conoscere la percezione, attraverso il metodo new look on perception.
I fondamenti di questa teoria sono tre:
1. La percezione non è passiva, ma il soggetto compie una categorizzazione per semplificare la realtà. Organizza la realtà in categorie attraverso un processo che, una volta determinata la veridicità di una proposizione, si passa alla seconda la cui verità è dedotta dalla prima e l’anticipazione, la prima mi consente di trasferire dei dati che conosco, mentre la seconda mi dà un quadro di riferimento.
2. Esistono dei fattori interni che hanno una funzione selezionatrice e ordinatrice della realtà. I miei bisogni, le esperienze passate e le pulsioni incidono sulla categorizzazione.
3. Il riconoscimento percettivo è legato a fattori sociali e culturali. Il modo di vivere, il linguaggio, la religione e l’etica influenzano la nostra categorizzazione.
Secondo Bruner il soggetto ha sia delle forme, sia dei valori trasmessi dalla società e dalla famiglia, sia dalle aspirazioni proiettate, operando quindi su una selezione di tutto ciò che proviene dall’esterno e che considera importanti.
Bruner quindi raggruppando tutte le teorie da lui studiate afferma che:
Esistono strutture innate, pulsioni e fattori ambientali e culturali che ci influenzano.
La percezione è dunque soggettiva in quanto legata alla propria cultura e alle proprie esperienze.
Bruner afferma che la rappresentazione è un processo mentale che si manifesta in tre modi:
- Rappresentazione esecutiva: è la prima che si sviluppa nell’individuo perché si dimostra più facile da capire e più efficace, consiste dunque nel rappresentare il mondo attraverso azioni.
- Rappresentazione iconica: Mi creo una rappresentazione del mondo basata su oggetti, immagini, simboli che hanno un riferimento dell’oggetto preciso.
- Rappresentazione simbolica: mi rappresento il mondo attraverso un codice convenzionale astratto, nell’uomo il sistema simbolico più importante è il linguaggio.
Bruner afferma che un individuo è in grado di apprendere e maturare attraverso idee organizzatrici, costruendo una rete di rapporti collegati tra loro che formano una mappa concettuale, relazionando tra loro singoli concetti.
Per apprendere quindi bisogna sintetizzare, trovare categorie, selezionando le informazioni. Per questo Bruner affermerà che: “La creazione di categorie rende equivalenti cose completamente diverse, consente di raggruppare gli oggetti e gli eventi in classi e di rispondere a essi in funzione della loro appartenenza a una data classe piuttosto che della loro unicità.”
Conducendo degli esperimenti su bambini di diverse età, lo psicologo si renderà conto che nei soggetti più piccoli il processo di categorizzazione sarà maggiormente influenzato da qualità percettive emotive, mentre i ragazzi più grandi, padroneggiando la rappresentazione simbolica (in questo caso riferita al linguaggio), saranno in grado di raggruppare due o più elementi che esprimono concetti più generali in un insieme più specifico.
Carmen Bevilacqua – Classe 4/A
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