L’importanza della riforma pedagogica di Comenio

Scheda ragionata

Qual è il grande merito di Comenio?

Jan Amos Komenski può essere considerato il primo pedagogista della storia dell’educazione moderna, in quanto introdusse l’impostazione del metodo di insegnamento in campo educativo. Per questo motivo egli può essere legittimamente riconosciuto come il vero padre della pedagogia moderna. Prima di lui, si può parlare soltanto di filosofia dell’educazione a proposito della formazione dei fanciulli, così come questa si era manifestata nella Grecia classica o nell’antica Roma. Alla base delle sue teorie, Comenio ha posto due fondamentali assi portanti:

l’ideale di un sapere universale (pansophia), indispensabile per tutti gli esseri umani: si deve insegnare tutto a tutti. (Non nel senso che tutti devono acquistare conoscenza esatta ed approfondita di tutte le scienze e di tutte le arti, ma nel senso che tutti devono imparare a conoscere il fondamento e la ragione di tutte le cose);

La pratica di un’educazione naturale, per la quale il fanciullo deve essere educato mediante il diretto contatto con le cose, superando l’apprendimento mnemonico e nozionistico: l’arte educativa deve imitare la natura. (Le leggi dell’osservazione sperimentale e dell’induzione scientifica costituiscono il nuovo organo dell’educazione).

 

Qual è l’atmosfera culturale che precede l’opera di Comenio?

Con l’Umanesimo (tra il1400e il1500) l’uomo aveva ormai assunto una posizione centrale su cui poter far leva per abbandonare i vecchi schemi, edificati su principi indiscutibili, propri della cultura teologico-filosofica del Medioevo. Si passa così dal medioevo al Rinascimento, in particolare quando assistiamo al tramonto di un mondo ormai vecchio e, con tante resistenze, ci si avvia versola Rivoluzione Scientificaè grazie però al Rinascimento che la questione educativa si rivelerà profondamente cambiata, perché comincerà ad essere costitutiva della nuova società emergente l’esigenza che il figlio della borghesia riceva un’adeguata educazione. In tal modo si porranno le basi per la nascita del maestro come vera e propria professione. Fino al XVI secolo il sostegno della formazione resta ancora quello della cultura religiosa, caricato di inaspettato ottimismo e di grande fiducia riposta nelle capacità umane.

Qual è la novità della pedagogia moderna inaugurata da Comenio?

Con la nascita della pedagogia moderna si sperimentano (attraverso il metodo scientifico) nuovi criteri e regole d’insegnamento, che devono sostenere e guidare l’educazione dei fanciulli.

A partire da tale esigenza la cultura potrà essere rivolta a tutti e cesserà di essere una prerogativa solo dei religiosi come avveniva in precedenza.

Quali sono gli spunti ed i motivi che Jan Amos Komenski recepisce e fa propri?

Negli anni universitari, Comenio si appassionò ad alcuni dei più noti pensatori rinascimentali che lo avvicinarono al naturalismo, come Francesco Bacone, grazie al quale comprese che, come ogni altra creatura naturale, l’uomo deve essere seguito sin dai primi passi. Comenio inoltre si confrontò con gli scritti di Ratke (1571-1635), annunciatore di numerose idee pedagogiche innovative, quali:

  1. l’ obbligatorietà dell’istruzione popolare;
  2. il primato della lingua materna nell’educazione;
  3. la teorizzazione di un nuovo metodo costruito per analogia sull’ordine della natura;
  4. la gradualità del processo di apprendimento.

Comenio accolse con grande entusiasmo tutti questi motivi facendoli propri e sui quali iniziò a riflettere in funzione di un loro ordine sistematico.

Perché Comenio auspica una riforma della scuola?

Durante il suo esilio Comenio esprime la sua grande insofferenza per il carattere caotico e confuso dell’organizzazione scolastica, come pure la mancanza di disciplina, a causa dell’insufficiente formazione dei maestri che ricorrevano a metodi antiquati.

Egli si lamentò pertanto delle seguenti problematiche nell’organizzazione scolastica:

  1. “all’insegnamento non veniva assegnato alcuno scopo”;
  2. “non erano indicati i binari da percorrere per raggiungere infallibilmente lo scopo”;
  3. “si insegnavano le diverse discipline separatamente senza tener conto del legame naturale che le unisce”;
  4. “scienze e arti erano presentate a frammenti, anziché essere insegnate enciclopedicamente”;
  5. “i metodi differivano da scuola a scuola, anzi da professore a professore. Meglio ancora: lo stesso professore, passando dall’una all’altra materia,cambiava metodo”, “quando c’erano più maestri, la confusione non faceva che aumentare, perchè ad ogni ora il procedimento cambiava e le incombenze differivano”;
  6. “non si conosceva il metodo per istruire simultaneamente tutti gli scolari di una stessa classe e ci si affannava a dare un insegnamento individuale ad ogni scolaro in particolare”;
  7. “era in fine permesso agli scolari, col totale assenso dei maestri, di usare, nella scuola e fuori di scuola, libri differenti per le stesse materie”.

In cosa consiste la modernità della “Didactica Magna” di Comenio?

Per prima cosa, Volendo chiarire immediatamente il titolo della sua celebre opera, compare il termine “didattica” (ovvero l’educazione come insegnamento). In effetti Comenio è il primo a parlare di didattica in senso stretto, e la sua Didactica è la prima opera dell’epoca a sostenere un titolo così impegnativo. La definizione, premessa allo svolgimento del discorso, offre di conseguenza una valida indicazione per comprendere l’intenzione dell’autore: si tratterà di scienza dell’insegnamento in senso proprio e non come invece avveniva immancabilmente in maniera confusa o limitata nelle opere a lui precedenti e contemporanee. Comenio ha dunque in mente fin dall’inizio il difficile compito che si è dato: definire il campo di studio di una scienza relativa all’educazione e offrire un valido progetto per giustificarne l’esistenza.

“L’uomo, per essere uomo, dev’essere formato”, sostiene Comenio nella sua Didactica Magna, e, per formarlo, l’insegnante non deve far altro che seguire l’armonia della natura, senza pretendere di imporre direttamente al discepolo una propria idea di sviluppo. E’ la natura che mostra all’uomo una via ciclica; ogni apprendimento non si risolve in un compimento perfetto e chiuso in se stesso, ma si costituisce come sviluppo che porta al miglioramento di capacità già presenti dall’inizio del processo. Il metodo ciclico deve quindi prevedere che nelle varie fasi della vita scolastica non si insegnino successivamente discipline diverse, ma sempre le stesse, con maggiore ricchezza di particolari e maggiore approfondimento.

Quali sono gli elementi che caratterizzano l’apertura mentale di Comenio?

A dare un’idea dell’apertura mentale di Comenio è sufficiente un breve richiamo alla sua posizione concernente il problema dell’educazione delle fanciulle e della non esclusione dei soggetti portatori di disabilità:

“Nella scuola si deve insegnare tutto a tutti […] Alle scuole devono essere affidati non solo i figli delle persone più importanti ma tutti alla pari, di stirpe nobile o comune, ricchi e poveri, bambini e bambine, in tutte le città, paesi, villaggi caseggiati […] Quanto più uno ha una natura tarda e infelice, tanto più ha bisogno di aiuto, per potersi liberare […] Né è possibile trovare un’intelligenza così infelice, che non abbia alcun correttivo nell’educazione”.

Comenius auspicava scuole ove poter educare insieme fanciulli e fanciulle. Solo dopo l’istruzione obbligatoria, all’età di dodici anni, gli allievi, che aspiravano e che potevano continuare gli studi, dovevano necessariamente avere questa opportunità, qualunque fosse la loro condizione economica.

Ebbene, anticipando tutti i cosiddetti “precursori” propugnatori delle pari opportunità in campo pedagogico fino al XX secolo, egli dichiarò esplicitamente che le donne sono abili a capire la scienza quanto gli uomini e, come questi, adatte per la medicina, la politica, la legge e tutte le altre discipline. Altrettanto degna di menzione è la difesa propugnata da Comenio dei soggetti con ritardo di apprendimento, bisognosi di un aiuto superiore a quello fornito ai cosiddetti “normodotati”

Egli sosteneva che l’insegnamento dovesse essere collettivo e basato su un’organizzazione piramidale, composta da gruppi di dieci persone, guidate da un monitore ed, alla testa di più gruppi, un monitore capo, fino a giungere al monitore superiore: ciò permetteva al maestro di istruire contemporaneamente un numero elevato di scolari.

Non poteva, pertanto, sussistere un’istruzione individuale, ragion per cui il maestro non doveva mai mettersi vicino alcun allievo e viceversa. Egli doveva tenere le lezioni, seduto dietro una cattedra, da dove avrebbe potuto guardare la totalità degli allievi.

Nel contempo, però, il docente doveva essere in grado di attirare l’attenzione di tutti i fanciulli in generale e di ogni allievo in particolare, sforzandosi di presentare a ciascuno di loro un insegnamento utile e interessante, curando di non dire nulla che questi non potessero capire e di non insegnare alcunchè se non fossero stati attenti.

Infine, terminata la lezione, si poteva concedere agli stessi allievi la libertà di domandare al maestro tutto quello che, nella stessa lezione appena conclusa o in quelle precedenti avesse fatto nascere qualche perplessità in loro.

Importante era il fatto che i manuali scolastici dovessero essere della stessa edizione, redatti in maniera semplice, chiara e, per questo motivo, popolare, in forma dialogica, per tutte le scuole e contenere tutto il necessario, in modo da costituire un’enciclopedia in cui tutto fosse posto sotto gli occhi degli allievi e comprensibile senza l’aiuto del maestro. Solo così si sarebbe potuto facilmente adattare la materia allo stile di intelligenza dei bambini.

Il programma sarebbe dovuto essere stilato in maniera tale da stabilire gli specifici compiti di ogni anno,ogni mese, ogni settimana, ogni giorno e ogni ora, in modo da condurre gli alunni unitamente verso lo stesso fine.

Il metodo di insegnamento doveva essere unico e naturale per tutte le discipline, basato sulla capacità degli allievi e sui loro progressi. Sarebbe stato inutile riempire la loro testa con un grande cumulo di libri e una grande quantità di discorsi, perché occorreva scegliere semmai, come opere di fondo, testi poco voluminosi ma ottimi per la loro utilità, che esponessero brevemente e per sommi capi molte cose e con poche parole.

Gli insegnamenti dovevano essere concatenati fra loro tramite un filo logico e le parole dovevano essere insegnate e imparate solamente associate alle cose da dimostrare, portando l’allievo a saper esprimere con chiarezza le nozioni apprese, in modo tale che lingua e intelligenza avanzassero parallelamente.

Bisognava, dunque, bandire da qualsiasi scuola ogni autore che insegnasse solamente parole e non facesse acquisire alcuna conoscenza delle cose utili, portando casomai l’alunno a leggere al di fuori della scuola, ma rapidamente,senza insistere, senza spiegazioni faticose o prolisse, e senza farne oggetto di un lavoro di imitazione, perché un simile lavoro poteva essere dedicato utilmente a cose più positive.

L’educazione inoltre, secondo Comenio, doveva cominciare prestissimo e svolgersi in maniera continua e senza violenza, così come avviene per la crescita naturale. Essa doveva essere impartita a tutti i bambini, senza tener conto del sesso e della condizione economica e sociale.

Comenio, nel criticare i difetti dell’educazione del suo tempo dando consigli per evitarli, tratta non solamente dell’insegnamento delle lingue, ma anche delle diverse discipline che ne costituiscono il fondamento e che sono indispensabili. Al riguardo propone un programma di insegnamento per l’educazione in famiglia, per la scuola primaria, per la scuola latina e infine per l’accademia, al termine della quale il giovane completerà la sua cultura con i viaggi.

Quali sono gli aspetti fondamentali della riforma pedagogica prospettata da Comenio?

Il progetto pedagogico di comenio pone in particolare risalto alcuni aspetti fondamentali della sua idea di riforma scolastica, quali:

  1. Insegnare tutto a tutti.
  2. Insegnamento fin dalla prima infanzia.
  3. Adattamento dell’l’insegnamento all’alunno.
  4. Formare la personalità dell’alunno.
  5. Strutturare lezioni brevi e cicliche.
  6. Procedere sempre dal semplice al complesso.
  7. Procedere in ogni caso dalle cose generali a quelle particolari.
  8. Procedere in qualunque modo gradualmente.
  9. Impostare un insegnamento di tipo ciclico.
  10. Misurare l’insegnamento adatto all’età del fanciullo.
  11. Fondare l’insegnamento attraverso l’esperienza diretta e per utilità immediata.
  12. Avvalersi di un’arte educativa svolta ad imitazione della natura.

  

Qual è stata la risonanza della riforma di Comenio?

Nonostante la spinta progressista derivante dalle ricerche comeniane, lo status quo della didattica non cambiò di molto almeno fino ai primi segni di rinnovamento del Settecento.Alcuni dei principi fondamentali di Comenio verranno in seguito rielaborati e reimpostati da filosofi e pedagogisti posteriori, che struttureranno le sue teorie in base alle esigenze sociali del loro periodo storico di appartenenza.

Jean Jaques Rousseau (Ginevra1712, Ermenonville1778), condivise il concetto di uguaglianza e libertà (già espresso da Comenio) che estendeva l’insegnamento di tutto a tutti. Egli però ricavò questo concetto dall’analisi dell’uomo immerso nella natura, avvalorando i principi di libertà e uguaglianza e perciò di Democrazia, custodendoli nella sua celebre opera “Contratto Sociale” e affermando che “l’uomo nasce libero ma dappertutto è in catene”. In tal modo Rousseau si preoccupò di sottolineare che è la società che contamina la natura. Le sue proposte innovative furono, tuttavia, rivolte ai maschi: le femmine dovevano continuare a ricevere un’educazione di tipo tradizionale.  Altri aspetti che egli espresse sono:

  1. adattare l’insegnamento all’alunno;
  2. procedere dal semplice al complesso.

Nell’ “Emilio” egli descrisse il metodo educativo come una evoluzione naturale del soggetto,  secondo precise tappe psicologiche, senza che il fanciullo fosse considerato “un adulto in miniatura”.

Per Rousseau, solo un’educazione che rispetti la natura del fanciullo potrà rispondere anche alle sue richieste, ai suoi bisogni, ai suoi interessi e alle sue inclinazioni, salvaguardandone l’individualità e la libertà.

Cosa è accaduto del progetto di Comenio dalla “Didactica Magna” ad oggi?

Nei secoli che ci separano dall’intuizione comeniana, le condizioni della pratica didattica sono profondamente mutate: l’istruzione femminile, vagheggiata da Comenio con accenti decisamente sovvertitori per i suoi tempi, è entrata ormai da molti decenni nel costume del mondo occidentale. Il diritto a frequentare la scuola per un congruo numero di anni, indipendentemente dalla classe sociale di appartenenza, si è affermato come conquista democratica inalienabile. Però è indubitabile che la complessità del sapere che caratterizza il mondo contemporaneo e la rapidità con cui le conoscenze diventano obsolete esiga un’attenta e costante riflessione sull’adeguatezza delle scelte didattiche. Infatti l’eterogeneità delle caratteristiche dei discenti in una scuola a base sociale ampia ha imposto il problema dell’individualizzazione e quindi delle strategie metodologiche diversificate come uno dei temi centrali della ricerca didattica, ispirata ad un metodo d’insegnamento attivo e progressivo che porti l’alunno all’autoapprendimento.

Quale giudizio è giusto esprimere oggi sull’opera di Comenio?

Il contributo di Comenio è determinante non solo per le soluzioni proposte, ma soprattutto per i problemi che pone e dei quali ancora oggi ci si occupa nella attuale riflessione pedagogica, vale a dire:

  1. la corretta impostazione del processo educativo;
  2. il carattere ciclico dei piani di studio;
  3. la psicologia dei ritmi di apprendimento;
  4. la funzione sociale dell’educazione e della scuola;
  5. il superamento del verbalismo;
  6. la gradualità e razionalità dei programmi di insegnamento.

Concludendo, possiamo dire che il metodo di Comenio tende alla formazione di un’intelligenza naturalmente progressiva, che si alimenta grazie alle proprie conoscenze e dalla propria valutazione, quindi sostenuta su una personalità armonica, sia nella ricerca personale che nella manifestazione di un sé autonomo, con la formazione di un pensiero ormai affrancato dal condizionamento delle idee altrui.

Indubbiamente Comenio ha gettato le basi per una riflessione sul “metodo”, che ha dato avvio nell’insegnamento alla struttura portante dell’odierna formazione culturale europea. Infatti gli influssi del suo pensiero sono tutt’oggi presenti, facilmente individuabili nell’articolazione dei contenuti, nella conformazione delle istituzioni educative, nella successione dei cicli di studio, nell’organizzazione di una formazione universale, comune e permanente.

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