28 dicembre 2017 - APPUNTI, Filosofiamo, MATERIALE UTILE    No Comments

Il pensiero politico di Hobbes, Locke e Rousseau

HOBBES

STATO DI NATURA – PATTO SOCIALE

Come assicurare la sicurezza?

LOCKE

STATO DI NATURA – PATTO SOCIALE

Come garantire vita, libertà e proprietà, se ognuno intende farsi giustizia da solo?

ROUSSEAU

STATO DI NATURA – PATTO SOCIALE

Come creare un equivalente civile della libertà naturale?

 


HOBBES E L’ASSOLUTISMO

Filosofo inglese, 1588-1679.

Le sue opere politiche principali sono:

Il De cive (1642)

Il Leviatano (1651)

Come nasce lo Stato e perché secondo Hobbes?

Se nell’Europa medievale il compito di “spiegare” l’ordine del mondo fu esercitato quasi completamente dalla Chiesa in lotta contro l’Impero, che definì anche precise gerarchie sociali, oltre a stabilire e distinguere lo spazio del lecito da quello dell’illecito, lo stato moderno si approprierà di tale funzione facendola propria. I rapporti sociali e i confini tra ciò che è lecito e ciò che non lo è si andranno pertanto definendo in senso politico e non più dal punto di vista religioso. Per far ciò non basterà più l’arte personale della politica (teorizzata da Machiavelli), in quanto non era più sufficiente la semplice conquista militare e la figura carismatica del re; ora la nuova monarchia “sovrana” deve trovare strumenti di legittimità, di funzionamento, di imposizione e di costrizione, in grado di far funzionare con regolarità la macchina statale. Si sviluppa in questo senso un pensiero filosofico giuridico per giustificare le origini e i fondamenti dello stato moderno.


LOCKE E IL LIBERALISMO

Opere politiche considerate:

Due trattati sul governo (1690)

Lettera sulla tolleranza (1689)

 

Com’è considerato lo stato di natura da Locke?

Anche Locke, come Hobbes, parte dalla descrizione del supposto stato di natura.

Lo stato di natura:

  • è un’ipotesi, proprio come in Hobbes;
  • è uno stato di eguaglianza tra gli uomini (ancora una volta come in Hobbes), non però un’uguaglianza di forza (in cui ognuno può usare la propria forza per ottenere ciò che vuole), quanto un’uguaglianza di diritti;
  • è il regno della libertà e della legge naturale, non è perciò uno stato di GUERRA (come invece pensava Hobbes).
  • Locke ha una visione non pessimistica della natura umana, quella di individui illuminati dalla ragione, che indica agli uomini la legge di natura, ossia che:
  1. ognuno ha il diritto di disporre liberamente di sé e delle sue proprietà
  2. nessuno deve sottostare all’arbitrio altrui
  3. ognuno ha tanta libertà quanta ne hanno gli altri (regola di reciprocità)

Essendo lo stato di natura governato dalla legge di natura ed essendo tutti gli uomini uguali e indipendenti, per Locke nessuno deve danneggiare l’altro nella vita, nella salute, nella libertà, nella proprietà.


ROUSSEAU E LA DEMOCRAZIA.

(1712-1778)

Libri politici principali:

Discorso sull’origine dell’ineguaglianza (1755)

Contratto sociale (1762)

 

Qual è la condizione dell’uomo nello stato di natura secondo Rousseau?

Per Rousseau lo stato di natura non svela la condizione dell’istinto violento, dell’affermazione della vitalità senza controllo; è semmai l’allontanamento dell’uomo dalla sua originaria condizione naturale, cioè dallo stato di natura pre-civilizzato, indiscutibilmente  sereno, tranquillo e fortemente positivo, che ha generato una irrimediabile contaminazione dell’animo umano, una sorta di fuoriuscita da un paradiso, che ha portato a un progressivo imbarbarimento, nel quale l’uomo ha finito per cedere al conflitto col suo simile e allo stato di perpetua insoddisfazione. La tesi di Rousseau è che «L’uomo è nato libero, ma ovunque è in catene”.


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