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Karl Popper – La Teoria della Democrazia

L’ideologia democratica nel contesto filosofico

Karl Popper: Lo storicismo come causa dei Totalitarismi.

Il concetto di storicismo, nell’uso popperiano, assume il significato di uno schema polemico di natura tipico-ideale, per alludere a tutte quelle filosofie che hanno preteso di individuare un senso globale oggettivo della storia, ovvero una sorta di destino a cui ogni individuo si dovrebbe adeguare e uniformarsi, accettando con le buone o con le cattive la direzione di marcia della società.

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Max Weber dalla filosofia alla sociologia

Quali sono i presupposti teorici che influenzeranno il pensiero di Max Weber?

Nella seconda metà del XIX secolo si manifestò, soprattutto in Germania, una vivace reazione al Positivismo e al modo di intendere le scienze umane da parte dello Storicismo. Lo Storicismo è stato un movimento filosofico che ha posto l’accento sull’irriducibilità della conoscenza storica a leggi universali e necessarie (come quelle tipiche delle scienze naturali), giungendo a proclamare la superiorità della conoscenza storica su quella delle altre discipline, in quanto solo tale conoscenza sarebbe capace di cogliere gli aspetti individuali e i valori che costituiscono l’essenza più profonda della vita e della realtà spirituale nel suo continuo mutare. I positivisti consideravano le scienze naturali il modello cui adeguare quelle dell’uomo e ritenevano che lo stesso metodo scientifico dovesse essere applicato in ogni campo del sapere (in fisica, in biologia, in sociologia, in storia, ecc.). Anzi pensavano che la ricerca scientifica, sia in campo umano che naturale, servisse a scoprire le leggi generali e a ricostruire i meccanismi insiti nella realtà e a spiegare e prevedere gli eventi. In tale direzione anche la scienza della società serviva non a costruire direttamente una morale razionale, ma a mostrare come una morale razionale nascesse dallo sviluppo della società prodotto dall’applicazione della scienza alla natura. Persino l’interesse della filosofia si rivolse al “fatto delle scienze”. Tale “fatto scientifico” nel significato positivistico era subentrato alla nozione di “dato”, che lo stesso Kant aveva considerato come uno dei presupposti per l’uso dei concetti dell’intelletto, cioè dell’organizzazione dei nostri concetti nell’interpretazione della realtà. Col dominio del Positivismo il “fatto delle scienze” non si limitò alle scienze naturali e al loro campo di applicazione, facendo emergere l’esigenza di ampliare la nozione di scienza. Pertanto i contenuti delle teorie comtiane furono abbandonati o modificati via via che l’attenzione della sociologia cominciò a spostarsi dallo sviluppo della scienza, inteso come asse principale delle trasformazioni storiche, all’organizzazione sociale, che emerse come oggetto autonomo di indagine. Malgrado tutte le sue trasformazioni, la sociologia suggerì che le regole sociali, comprese quelle morali, andavano interpretate non attraverso i loro contenuti espliciti, ‘letterali’, ma tenendo conto della ‘funzione’ che svolgono all’interno del sistema sociale. Gli storicisti tedeschi iniziarono a pensare che lo studio delle vicende umane fosse un campo completamente differente rispetto a quello del mondo naturale, che si trattasse quindi proprio di due diversi ordini di scienza. Per gli storicisti, quando si studia la storia umana (e per esteso ogni ambito del sapere umano), l’intento è cogliere i singoli eventi nella loro individualità, unicità e irripetibilità, mentre nelle scienze naturali si va alla ricerca di leggi universali. Ogni fatto della storia è un evento completamente a sé e va capito come tale (ogni fatto va interpretato nella sua unicità, senza ricorso a leggi generali). Lo scienziato che spiega guarda ai fenomeni dall’esterno, nota gli eventi ripetitivi e inferisce connessioni causali; invece chi è teso a comprendere gli eventi della storia umana si sforza di cogliere le esperienze umane dall’interno, usando l’empatia (il mettersi nei panni dell’altro) e cercando di rivivere su di sé il vissuto altrui, è interessato a ricostruire il mondo mentale degli individui che studia, le loro percezioni, i pensieri e le intenzioni. Per questo nelle scienze storico-sociali le leggi sono ipotetiche e il loro compito è quello di chiarire determinati aspetti del fenomeno, ma non possono esaurirlo.

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I fondatori della Sociologia

Cosa studia la sociologia.

La sociologia è la scienza che studia le strutture sociali, le norme ed i processi che uniscono le persone non solo come individui, ma come componenti di associazioni, gruppi ed istituzioni. Il campo di interesse della sociologia spazia dall’analisi dei brevi contatti fra individui anonimi allo studio di processi globali, sociali.

Comte, padre della sociologia, la definì strumento di azione sociale. Durkheim la definì la scienza dei fatti sociali. Weber l’ha definita la scienza che punta alla comprensione interpretativa dell’azione sociale.

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Per Comprendere: Karl Marx (1818 – 1883)

 Perché il marxismo è un’analisi globale?

Se riconosciamo a Charles Darwin il grande merito di aver scoperto la legge dello sviluppo della natura organica, altrettanto dobbiamo fare con Karl Marx, attribuendogli legittimamente la scoperta sia della legge dello sviluppo della storia umana sia della legge di funzionamento del capitalismo.

Il marxismo costituisce una delle componenti culturali e politiche più importanti dell’età moderna, perché l’analisi che Marx conduce sulla storia e sulla società non è solo filosofica, ma anche politica, economica, sociale, è perciò un’analisi globale.

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